Fortunato Picerno (classe 1990) è un giovane poeta e giurista italiano, originario di Potenza ma residente a Roma, che esordisce nel panorama poetico nostrano nel 2016 con la silloge Sto Preparando La Rivoluzione. Primi Scritti Confusi, pubblicata dalla casa editrice Universosud. Picerno è giurista di professione, ma la scrittura è la sua grande passione, il suo vizio, la sua necessità. Dopo aver gareggiato al Premio La Pulce Letteraria nel 2015 e al Premio Alda Merini l’anno successivo, Fortunato vince con la sua opera prima il Premio Massimiliano Kolbe.
Leggendo la raccolta poetica si ha immediatamente l’idea di avere a che fare con un poeta che è un abile osservatore del reale. Fortunato Picerno passa infatti in rassegna i propri sentimenti ma soprattutto il mondo in cui abita e le persone con cui condivide momenti di vita.
Nella poesia Across The Universe Picerno dice di volersi dedicare alla descrizione del mondo esterno più che ai propri sogni e pensieri. Il mondo esterno è estraneo e sconosciuto e addentrarvisi risulta essere un’esperienza avvincente e stimolante. I sogni e i pensieri che costituiscono il mondo interiore del poeta sono invece troppi per poter essere raccontati. Across The Universe sembra essere quindi una vera e propria dichiarazione d’intenti. Nella raccolta, però, trovano spazio fortunatamente anche componimenti che scandagliano l’anima del poeta e ci permettono di guardarla attraverso una lente di ingrandimento.
Sto Preparando La Rivoluzione risulta essere davvero – come suggerisce il sottotitolo – una raccolta di scritti confusi. Il termine confusi ha qui un’accezione positiva: sono confusi perché eterogenei. Affrontano, infatti, tematiche continuamente diverse ed emerge una voce poetica che ci presenta una moltitudine di personaggi: Irene, donna vittima di ingordigia e irriconoscenza, Roberta che è un papavero in un campo di grano, Claudia che non sopporta tutto ciò che non riesce ad inquadrare nei suoi schemi mentali e ancora Maurizio, Il Marinaio, Il Principe azzurro di nero vestito, Manuel, Adriano. Persone comuni, forse amici, parenti o conoscenti del poeta, convivono con personaggi illustri come Michelangelo Merisi e Paolo Sorrentino; artisti visionari di epoche e talenti differenti che devono certamente essere stati importanti per lo sviluppo artistico del poeta se egli è arrivato a dedicare loro versi così pregni di riconoscenza e stima. Lo sfondo geografico sul quale si muovono questi personaggi è Roma, città in cui Fortunato Picerno abita e che risulta essere, grazie al suo fascino decadente, fonte di grande ispirazione per diversi componimenti, tra cui Iubris, A Trastevere e Via Lungotevere degli Inventori 122. Quest’ultima poesia è composta da uno scorrere inarrestabile di parole evocative che vanno a ricreare la sensazione di calore e sicurezza del nido casalingo.
In una raccolta di scritti che affrontano le tematiche più disparate non possono mancare poesie dedicate all’unico sentimento che, come diceva il Sommo, muove il sole e le altre stelle: l’amore. Qui è spesso associato ad una danza, all’unione dei corpi, alla passione; è un amore giovane, ingenuo, un amore serbatoio di illusioni, speranze e ardori. In molti componimenti d’amore come Eclissi o Equinozio risuonano nelle parole di Picerno echi della poesia italiana classica: da quella “fanciullesca” di Pascoli a quella più ermetica di Ungaretti, da quella musicale di D’Annunzio a quella romantica di Petrarca. Il punto di forza di queste poesie d’amore è la sincerità, la spontaneità della scrittura che riesce persino a far chiudere un occhio davanti alle immagini non troppo originali che le animano.
Inoltre, accanto a ritratti di persone e personaggi e al racconto di un amore che sboccia, c’è spazio per interessanti analisi introspettive che diventano pretesto per riflessioni riguardanti l’intera umanità. In Homo Erectus Picerno sembra riflettere sull’uomo che si lascia trasportare dalle correnti dell’esistenza, senza imporre la propria volontà. Ego è invece analisi di una condizione umana di solitudine che spinge ogni uomo a cercare qualcuno che lo faccia sentire completo. In A Vele Spiegate Fortunato, guardandosi allo specchio, vede un viso stanco e rovinato dalle maschere indossate e dalle preoccupazioni quotidiane e ancora in altre poesie si riflette sul mutamento, sull’evoluzione, sull’importanza delle radici e sul bisogno di libertà.
Il fil rouge che unisce ognuno di questi componimenti, però, ci viene presentato dal titolo. La rivoluzione è la chiave di lettura che accomuna ciascuna di queste poesie. Nell’omonimo componimento il poeta rivendica l’urgenza di un nuovo Umanesimo che possa creare un popolo degno di essere chiamato tale, un popolo che sappia cosa significhi davvero resistere, insistere e creare. Nella poesia La Fenice viene ribadita l’importanza del cambiamento, dell’evoluzione, della rinascita. Cambiamento, evoluzione e rivoluzione sono infatti sinonimi. Anche nelle poesie d’amore, delle quali abbiamo già parlato qualche riga fa, c’è l’idea di una rivoluzione pacifica: l’amore è la più potente rivoluzione che possa esistere. Se tutti noi amassimo di più noi stessi, il prossimo, l’arte e la vita, cambieremmo velocemente il mondo e lo trasformeremmo in un luogo molto più abitabile di quello che è.
Fortunato Picerno dà prova con questa silloge di grande abilità retorica e di enorme profondità d’animo, il che fa ben sperare per il futuro della poesia italiana. Il suo stile poetico unisce registri linguistici differenti, riuscendo comunque nell’intento di rendere il quadro generale sia musicale che ritmico, attraverso un gioco di rime baciate o alternate e assonanze. A dirla tutta, questa musicalità sembra alle volte sacrificare le tematiche preziose che vengono affrontate, perché conferisce alle poesie un andamento cantilenante che può entusiasmare o stufare molto presto. Questo, però, riguarda il gusto personale di chi legge e non va ad inficiare il talento retorico e descrittivo di Picerno.
Fonti e immagini: F. Picerno, Sto Preparando la Rivoluzione, Universosud, 2016