Nella ormai lunga diatriba che vede Roma e Milano contrapposte all’insegna del campanilismo e del luogo comune, la chiesa del Sacro Cuore del Suffragio rappresenta una curiosa parentesi che vale la pena approfondire.
Infatti questo monumento che si affaccia sul Lungotevere è soprannominato il piccolo duomo di Milano. Ed effettivamente la somiglianza con il suo più celebre “parente” è notevole.
Tuttavia a separarli, a parte i 583 chilometri di distanza tra le due città, ci sono tante differenze.
Innanzitutto l’epoca di costruzione. I lavori della chiesa del Sacro Cuore del Suffragio sono iniziati nel 1908 e completati esattamente un secolo fa, nel 1917, per volontà dell’Associazione del Sacro Cuore del Suffragio delle anime del Purgatorio. Infatti il suo fondatore, Francesco Maria Victor Jouët, alla fine del XIX secolo decise di raccogliere fondi con lo scopo di costruire una parrocchia per la sua organizzazione religiosa.
Il progetto fu di Giuseppe Gualandi, il quale di ispirò allo stile gotico francese.
La struttura risalta all’occhio per la differenza cromatica rispetto alle costruzioni vicine. Il bianco della facciata stride un po’ con i palazzi circostanti. Quest’ultima è fatta di cemento armato e vi sono presenti diciannove statue di santi, i quali vennero scelti personalmente da Papa Pio X.
L’interno è diviso in tre navate di sei campate ciascuna, coperte con volta a crociera e separate da archi a sesto acuto
Adiacente alla chiesa, presso la sacrestia, si trova il Museo delle anime del Purgatorio. In seguito ad un avvenimento miracoloso verificatosi nella cappella dell’associazione del Sacro Cuore del nel 1897, quando nel corso di un incendio apparve ai fedeli l’anima di un defunto la cui effigie rimase impressa sulla parete, Victor Jouët decise di raccogliere testimonianze sulle manifestazioni delle anime del Purgatorio e di raccoglierle in un museo.
Si tratta di una chiesa molto più moderna di quanto possa sembrare, e molto meno antica rispetto alle altre situate nel centro di Roma. Ma proprio per questo motivo risulta molto interessante, in primis agli occhi dei romani abituati allo stile antico e barocco.
Le dimensioni sono molto ridotte, il che la rende una vera e propria miniatura del Duomo.
Un tocco milanese nel cuore della capitale, che ci ricorda come l’arte non conosca confini nazionali, né tantomeno regionali.
Fonti: www.romasegreta.it; www.amicidiroma.it
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