Le donne di Vermeer

Johannes Vermeer (1632-1675) è ormai conosciuto e celebrato in tutto il mondo, in particolar modo per quello che è considerato il suo più grande capolavoro, ovvero La ragazza col turbante (o La ragazza con l’orecchino di perla), che rispecchia la sintesi di tutto il percorso artistico del pittore olandese. Due sono i suoi soggetti favoriti, la luce del Nord che illumina le sue donne, colte quasi sempre in momenti di semplicissima quotidianità. Vermeer infatti fu maestro nel dipingere eventi della vita borghese di tutti i giorni, una borghesia attenta al lavoro, ai valori della vita e della famiglia, in cui le donne sono sempre circondate da un ambiente caldo e rassicurante.

Ragazza col turbante (o La ragazza con l’orecchino di perla), Jan Vermeer, 1665 – 1666

La luce tenue proveniente da una finestra che noi non vediamo, illumina la scena dell’opera Donna in blu che legge una letteraimprimendosi prima sull’intera parete, per poi arrivare ad accendere le borchie che decorano la sedia di cuoio, fino a raggiungere la fanciulla illuminandone la veste e fissando il fuoco sulle mani delicate che impugnano questa lettera. La figura statica della protagonista viene inondata dalla luce in un’atmosfera di quieta immobilità. Non riscontriamo implicazioni sentimentali nel volto della donna, non ci viene riportato uno stato d’animo, nonostante molti critici abbiano voluto leggere nella carta geografica e nella sedia vuota, una lettera proveniente da qualcuno di assente o di molto lontano.

Donna in blu che legge una lettera, Jan Vermeer, 1662 – 1664 

La stessa luce che illumina le mani e la lettera della donna, penetra da una finestra ben visibile nel quadro La Lattaiapuntando il fuoco sull’azione svolta da questa donna, intenta a versare il latte appena munto per farlo bollire, in vista della colazione. La volontà di Vermeer è quella di riportare un’atmosfera serena e silenziosa, un’analisi psicologica della realtà quotidiana senza l’utilizzo della retorica, ma solo della luce. La donna esegue questo movimento intriso di sacralità, gli oggetti riflettono la luce proveniente dal mondo esterno, che ne esalta le caratteristiche materiali ma che tendono a diventare vivi agli occhi dello spettatore. In primo piano, sul tavolo, una brocca appare lucida, mentre il pane sembra croccante; questi effetti sono ottenuti variando sapientemente la tecnica pittorica, ora liscia e velata, ora ruvida e fatta di piccoli puntini. L’ambiente ci appare estremamente reale e modesto, sottolineato anche dal dettaglio di un vetro rotto della finestra.

La Lattaia, Jan Vermeer, 1658 – 1660

Un altro elemento che rende così’ nobili le opere di Vermeer è il sapiente uso della prospettiva e dello spazio geometrico, che lo rendono degno erede di un grande maestro quale Piero della Francesca. Un chiaro esempio ci è offerto dall’opera La lettera d’amoredefinito un “vero miracolo di luce e di spazio”. La scena si struttura infatti su due livelli, abilmente separati da questa tenda scostata che ci permette di ammirare dall’esterno la scena principale. Nell’ombra dell’anticamera intravediamo oggetti appoggiati sopra una sedia tra cui dei fogli da musica accartocciati; la tenda  apre così la vista sulle due figure femminili, i cui sguardi riflettono una nota di preoccupazione per la donna che ha appena ricevuto la lettera, che incontra lo sguardo di rassicurazione della domestica. I dettagli della scena ci portano in un ambiente domestico, in cui domina la quiete, allusivamente espressa anche dal “dipinto nel dipinto” appeso alla parete, dove questa nave a vele spiegate può continuare serenamente il suo viaggio.

La lettera d’amore, Jan Vermeer, 1669 – 1670

Come si è già detto, il capolavoro universalmente riconosciuto di Vermeer è La ragazza col turbante (o La ragazza con l’orecchino di perla) (1665-1666). La luce non proviene più dall’esterno, ad illuminare il tutto è questa perla a forma di goccia, che elevano questa ragazza di apparenti umili origini quasi a dama borghese. La perla è luce, è viva come vivi sono gli occhi di questa ragazza che sprizzano un delicato senso di gioia, che emettono luce e impreziosiscono l’anima.  Lo sfondo scuro e il panno azzurro enfatizzano il volto illuminato, mettendo anche in risalto le labbra carnose e quasi velatamente sensuali della ragazza, colte magistralmente dal pittore dischiuse, quasi a catturare l’intensità di un breve respiro.


FONTI

La storia dell’arte raccontata da Fabio Caroli

Monografia su Jan Vermeer

 

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