La tendenza alla ricostruzione storica e alla riproduzione fedele di ambienti ricchi e sontuosi, che avrà il punto di massimo sviluppo nel teatro del XIX secolo, inizia a manifestarsi già negli anni precedenti alla rivoluzione francese.
È negli ultimi decenni del 1700 che si comincia ad avere necessità della presenza della componente spettacolare, più che altro per un bisogno drammaturgico, e sono molti i testi che per far andare avanti la storia ricorrono a catastrofi naturali per sbloccare l’intreccio: non è raro che gli spettatori si trovassero davanti a un’inondazione, a un’eruzione vulcanica o a battaglie di secoli passati con tanto di cavalieri e cavalli.
In questo scenario la ricerca di nuove macchine che creino illusioni sempre più straordinarie è insaziabile. È con queste premesse che fa la sua comparsa un uomo che verrà ricordato per aver sviluppato il metodo più efficacie per immortalare le immagini: il dagherrotipo. Si tratta proprio di Louis-Jacques Daguerre. Prima di dedicarsi alla realizzazione della macchina che lo avrebbe consegnato alla storia, si occupava di pittura e di teatro.
Negli anni Trenta dell’Ottocento lo troviamo come assistente di Pierre Prévost, uno dei primi pittori di panorami, teli dipinti che ricreano ambienti esterni come boschi, montagne… Daguerre è soprattutto famoso per la realizzazione del diorama. Si trattava di una sala con al centro una piattaforma girevole, sulla quale si posizionavano gli spettatori, circondata da pannelli mobili dipinti con vari ambienti. Questi due elementi insieme davano l’idea di un continuo movimento. All’epoca fece molto scalpore, tanto che ispirò la realizzazione del panorama mobile, che da lì a pochi anni conquisterà tutti i palcoscenici del vecchio continente. Venne preferito il panorama al diorama perché non era in balia dei capricci della luce naturale, indispensabile per quest’ultimo, potendo essere efficacie con l’uso della luce elettrica che in questi anni fa il suo ingresso nelle sale teatrali.
FONTI
“Storia del teatro”, Oscar G. Brockett, Marsilio, 2014.
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