A due passi dalla fermata Palestro, nel bellissimo quartiere milanese, sorge Villa Necchi Campiglio, una magnifica residenza borghese, testimonianza delle vita agiata della Milano degli Anni Trenta.
Splendido tesoro di arte e architettura la villa è progettata da Piero Portaluppi, amico dei committenti e professionista rinomato dell’epoca, noto nel mondo dell’arte per la realizzazione della palazzina in via Giorgio Jan 15, sede della casa-museo Boschi Di Stefano.
Costruita tra il 1932 e il 1935 per Angelo Campiglio e le sorelle Necchi – Gigina sua moglie e Nedda – la villa dispone di diversi ambienti: il piano terra è adibito a prestigiosa sede di rappresentanza, mentre il primo piano ospita la zona notte; inoltre il sottotetto era destinato alla servitù e il seminterrato al deposito e alle attività ricreative dei padroni come la palestra, la sala proiezioni, lo spogliatoio e le docce per la piscina esterna.
Quest’ultima si può definire una vera e propria costruzione da record: seconda piscina di Milano dopo quella Municipale e prima realizzata su territorio privato, risulta anche una delle primissime al mondo ad essere riscaldata. Oltre alla piscina l’esterno è arricchito dal campo da tennis e da un bellissimo giardino.
Nel secondo dopoguerra a Portaluppi subentra l’architetto Tommaso Buzzi che modifica leggermente lo stile dell’abitazione, dando alle sale un aspetto più classico e tradizionale.
Oggi la bellissima casa è un bene del FAI, al suo interno mantiene ancora intatti e curati gli arredamenti originali e anche molti oggetti personali della famiglia. Il visitatore ha la possibilità di “sbirciare” all’interno dell’armadio di Nedda con i vestiti firmati e i foulard di Dior con il nome della proprietaria o ammirare le valige di Angelo.
La villa espone anche alcune importantissime opere d’arte: la collezione Claudia Gian Ferrari al piano terra e quella di Alighiero ed Emilietta de’ Micheli al primo piano – entrambe lasciate dai proprietari al FAI – arricchiscono l’ambiente unendosi a ulteriori donazioni minori di quadri, argenteria e oggetti preziosi.
La collezione Gian Ferrari si compone di 44 opere di artisti italiani del XX secolo, autentici capolavori della storia dell’arte tra i quali spiccano le creazioni di Martini, De Chirico, Sironi e Morandi.
La collezione de’ Micheli è ancora più ricca: 130 capolavori del XVIII secolo, tra questi alcuni quadri dei celeberrimi Canaletto e Tiepolo. Seppure non in stile con il resto della casa, la raccolta si sposa perfettamente con l’arredamento della sala in cui è esposta: la cosiddetta “camera della principessa”, riservata a Maria Gabriella di Savoia, grande amica delle sorelle Necchi e frequentatrice abituale della casa insieme a Enrico D’Assia, famoso scenografo per il Teatro alla Scala.
Oltrepassato il cancello del numero 14 di Via Mozart il tempo scorre all’indietro e il visitatore non è più un semplice turista curioso, ma diviene ospite della casa, invitato nello splendido salotto borghese che ancora riecheggia delle risate e delle discussioni mondane in una Milano ricca e raffinata.
Credits:
fonti: www.fondoambienteitaliano.it e visita dell’autrice
foto: www.pinterest.com