Non si pensa mai al significato che un elemento di un edificio può avere nel suo singolo e non nel tutto.
Eppure ogni componente ha una sua storia da raccontare. Questo è il caso della cupola.
Le sue origini sono riconducibili alle costruzioni a “tholos”. Tholos in greco antico significa infatti cupola. Nella tarda età del bronzo la civiltà micenea inizia a costruire queste prime tombe monumentali.
Si tratta di costruzioni circolari con una volta ad andamento conico. Coperte da una collinetta artificiale di terra, vi si accede tramite un lungo e stretto “dromos”, corridoio che anticipa lo spazio cupolato. La più nota è chiamata “Tesoro di Antreo”, situata presso la zona archeologica di Micene.
Con la scoperta del calcestruzzo saranno i Romani a realizzare le prime vere e proprie cupole. Sulle orme della tradizione etrusca, le cupole romane vengono impostate su base circolare o poligonale.
Inizialmente saranno adottate nelle maggiori costruzioni: complessi termali e palazzi imperiali. La più importante e conosciuta è la cupola del Pantheon. Costruita in calcestruzzo, è la cupola più grande del mondo. Al centro è dotata di un oculo, unica fonte di luce, che simboleggia il sole.
I Bizantini ampliano le capacità costruttive dei Romani e impongono una nuova concezione dello spazio centrale. Essa viene impostata su base quadrata e necessita di elementi di raccordo, i pennacchi.
La cupola della Basilica di Santa Sofia a Costantinopoli fungerà da modello per le moschee in seguito alla conquista ottomana della capitale.
Sulla base è caratterizzata da una serie di quaranta finestre che inondano di luce l’interno della navata. Ciò che si crea è un effetto mistico.
Con l’avvento del Medioevo in Europa la costruzione si limita a cupole di piccole e medie dimensioni. Questo era dovuto all’impossibilità di costruire impalcature lignee che fossero abbastanza alte e resistenti da sostenere il peso di una grande cupola.
Dopo l’anno Mille le navate laterali vengono utilizzate come sostegno per i soffitti a volta e dotati di cupole. Queste costruzioni iniziarono ad essere chiamate “domo”, duomo divenne quindi sinonimo di cupola.
La svolta fu rappresentata dalla cupola della Cattedrale di Santa Maria del Fiore. L’architetto Brunelleschi concepì per la prima volta una struttura autoportante che si avvaleva di due cupole, inserite una dentro l’altra, che si sostenevano a vicenda. Brunelleschi rappresentò l’innovazione dell’architettura. La cupola di Santa Maria del Fiore fu la prima cupola in muratura tradizionale ad auto sostenersi.
Il capolavoro fiorentino fu poi d’ispirazione a Michelangelo per il progetto della cupola della Basilica di San Pietro in Vaticano. Michelangelo scriveva al padre: “Vo’ a Roma a far la su’ sorella, più grande sì, ma non più bella”.
Nel Seicento il panorama architettonico di città italiane e europee viene caratterizzato dalla costruzione di cupole monumentali. Esempi sono la cupola della Basilica di Santa Maria della Salute a Venezia e quella della Cattedrale di Saint Paul a Londra.
La cupola è l’icona del cielo, “sfera della storia, sede dell’asse del mondo e perfetta miniatura dell’Universo, nel suo ordine e nella sua bellezza”. Rappresenta la volta celeste il cui centro è Cristo. Essa permette l’incontro tra l’uomo e Dio. Ci dice che il Cielo si è aperto alla Terra e questo permette all’uomo di salire al Cielo e di raggiungere la libertà.
FONTI
Studio dell’autrice