Il coraggio di non avere paura

La parola coraggio (secondo la definizione di Treccani) deriva dal latino coraticum o anche cor habeo. E’ un sostantivo maschile derivante dalla parola composta “cor, cordis ”, che significa cuore, e dal verbo “ habeo, habes ” che significa avere. Etimologicamente,  quindi, coraggio significa “avere cuore.”

Ma, sul piano pratico, cos’è il coraggio?

Una risposta eloquente la conferiscono queste fotografie scattate negli anni da fotografi da tutto il mondo, in tutto il mondo. Immagini che hanno congelato per sempre il momento esatto in cui il coraggio si mostra diventando un dato di fatto e non solo una parola con una bella etimologia.

Birmingham, Regno Unito. Al centro della città sfila la manifestazione dell’ English Defence League (EDL), movimento politico di estrema destra. Tutto procede come da programma fino a quando uno dei manifestanti prende di mira una ragazza islamica. La giovane infatti viene invitata dall’ inglese a tornare al suo paese: l’ Inghilterra è un paese cristiano e in quanto tale ovviamente per gli stranieri, per gli emarginati, per gli ultimi insomma, non c’è posto.

Coraggio

Le minacce verbali rischiano di diventare fisiche; per questo Saffiyah Khan, la protagonista della foto, si avvicina alla donna araba per proteggerla, e rivolge un sorriso beffardo a Ian Crossland, leader del movimento estremista di destra. Il coraggio è sì quella forza morale che permette di affrontare le situazioni difficili sembrano non poter essere fronteggiate, ma è anche sinonimo di sfrontatezza, di sfacciataggine, e questa foto è grandiosa perché rappresenta allo stesso momento queste due sfumature di significato che sembrano essere inconciliabili.
E’ per questa perfetta alchimia che la foto, diffusa tramite i social, è subito diventata virale.

Un’ altra foto diventata molto famosa sui social è il selfie scattato ad Antwerp, in Belgio da Zakia Belkhiri: La giovane sorridente, si scatta un selfie davanti a chi urlava slogan di odio.

Coraggio

In Svezia, Il 13 aprile 1985, Hans Runesson ritrae un’ anziana signora intenta a colpire con la sua borsetta un nazifascista nella città di Växjö.

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The lady and the bag ” è una fotografia che coglie l’esatto momento in cui la donna, Danuta Danielsson, di origini ebree, la cui madre venne internata in un campo di concentramento, ha il coraggio di colpire e con tutta la sua forza e la sua rabbia il neo nazista Seppo Seluska, personaggio che fu in seguito accusato di omicidio e che nello stesso anno, torturò e uccise un ebreo omosessuale.

It all started with a man in a white shirt who walked into the street and raised his right hand no higher than a New Yorker hailing a taxi

Scrisse James Barron sul New York Times il giorno dopo lo scatto della foto intitolata “ Tank man ”. L’ immagine raffigura un ragazzo cinese he si para davanti a dei carri armati per fermarli durante la protesta di piazza Tienanmen a Pechino del 1989. La versione più diffusa della famosa immagine è quella scattata dal fotografo Jeff Widener.

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La foto di una donna, in piedi, ferma davanti al carro armato della Guardia Nazionale Bolivariana, fa da eco alla foto sopracitata. L’occasione è la marcia  dell’ opposizione venezuelana contro il presidente Maduro: in migliaia si riversano per le strade di Caracas, e tra queste migliaia spicca questa donna che da sola ha il coraggio di non avere paura e di opporsi alla violenza.

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Un’ altra donna si pone davanti al blindato della polizia il 14 febbraio 2017 a Manama in Bahrein. L’immagine è stata scattata durante la protesta dei dimostranti sciiti contro la famiglia reale di Hamad Bin Isa Al Khalifa. In mano, la donna stringe un foglio con l’immagine dello sceicco Isa Qassim, leader spirituale degli sciiti del Bahrein.

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A Baton Rouge, Ieshia Evans, giovane infermiera e madre, si para davanti alla polizia in assetto antisommossa diventando il simbolo della protesta Black Lives Matter organizzata dopo la morte di Philando Castile, in Minnesota, e di Alton Sterling, in Louisiana, uccisi dalla polizia.

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Negli anni precedenti, celeberrime sono le foto di Jan Rose Kasmir, studentessa americana diventata un simbolo nel 1967 durante la protesta al Pentagono contro la guerra in Vietnam e l’immagine chiamata “ Flower Power ”, vincitrice del Premio Pulitzer nel 1967, scattata da Bernie Boston per il Washington Evening Star.

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In questo caso il protagonista è un ragazzo che infila un fiore nei fucili delle guardie schierate davanti al Pentagono.

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Dal Cile un’ altro faccia a faccia simbolo, questa volta delle proteste andate in scena a Santiago l’ 11 settembre, nel 43esimo anniversario del colpo di stato militare del 1973 che rovesciò il governo socialista di Salvador Allende e portò al potere la giunta militare guidata da Augusto Pinochet.

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La mobilitazione di protesta organizzata nell’anniversario dalle famiglie dei desaparecidos e di coloro che morirono in seguito alla repressione messa in atto dal regime. L’immagine immortalata dal fotografo Carlos Vera Mancilla.

Ho reagito all’improvviso, senza pensarci troppo: vedendoli in piazza, lo sdegno mi ha tolto tempo d’aver paura “

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Così Tess Asplund, la signora svedese di origini africane divenuta famosa nel mondo per aver contrastato da sola un corteo di trecento neonazisti nella città svedese di Borlänge, narra il momento in cui alzando il pugno in segno di lotta si è introdotta nel corteo, schierandosi contro i manifestanti.

In conclusione, se queste foto non dovessero essere abbastanza esaustive, una definizione univoca di cosa voglia dire avere coraggio sono sicuramente le parole di  Paolo Borsellino.

“ E’ normale che esista la paura, in ogni uomo, l’ importante è che sia accompagnata dal coraggio. Non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, altrimenti diventa ostacolo che impedisce di andare avanti ”

Fonti: corriere.it; larepubblica.it

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