Per alcune persone il film è solo un’immagine che sfarfalla su uno schermo, che serve a passare un paio d’ore in modo diverso, e la colonna sonora un vuoto sottofondo che segue l’andamento delle scene; per altre il film diventa un frammento di vita, qualcosa con cui sono cresciuti e che è cresciuta con loro allo stesso tempo, e la colonna sonora è parte integrante di questo frammento di vita.
L’evento che si è tenuto ieri sera – e che verrà replicato stasera – all’Auditorium di Milano è del tipo che attira soprattutto le persone della seconda specie; la proiezione di un film in lingua originale con la colonna sonora suonata dal vivo da un’orchestra è roba da veri appassionati. In questo particolare caso, il film in questione era Ritorno al Futuro (1985, diretto da Robert Zemeckis, colonna sonora di Alan Silvestri) e l’orchestra era la Sinfonica Giuseppe Verdi. A questo punto, per me è praticamente impossibile scrivere una recensione sullo spettacolo in modo impersonale, perchè Ritorno al Futuro è il mio film preferito da quando sono piccola e posso garantire che ieri sera l’emozione è stata tanta, molta di più di quanto mi sarei aspettata. È la prima volta che mi capita di seguire una colonna sonora suonata dal vivo e, sinceramente, non avevo mai dato alla cosa il valore che si merita. Quando ho scritto che un film è qualcosa con cui si cresce e allo stesso tempo cresce con noi è proprio questo che intendo: non so quante migliaia di volte ho visto questo film da quando sono nata, ci sono veramente cresciuta, ma pur sapendolo ormai a memoria ogni volta che lo riguardo capisco qualcosa in più, vedo un particolare che non avevo mai notato, apprezzo qualcosa che prima non mi interessava. Il film continua a crescere con me. Lo spettacolo di ieri sera ha finalmente aggiunto a tutto questo anche la colonna sonora. Ciò che prima era semplicemente il grande sottofondo musicale di un grande film, d’ora in poi sarà il ricordo di un’esperienza e di un’emozione uniche nel loro genere. Sicuramente per me è stato un battesimo trionfale nel mondo delle colonne sonore.
Passando all’aspetto tecnico, l’esibizione è stata – secondo il modesto parere di una profana nel mondo della musica orchestrale- ineccepibile: l’acustica dell’Auditorium dava la sensazione di ascoltare la registrazione originale del film, il suono era chiaro, pulito e incredibilmente uniforme; la direzione di Jessica Cottis è stata formidabile, dotata di energia, dinamicità e forza interpretativa straordinarie; la combinazione di musica e immagini ha dato un risultato perfetto, sincronizzate con una precisione sorprendente. I brani orchestrali aggiunti rispetto alla versione cinematografica orginale si fondono con una naturalezza straordinaria nell’insieme e in alcuni momenti veniva persino da chiedersi se essi non fossero sempre stati lì.
Forse, se proprio dovessimo cercare il pelo nell’uovo, si potrebbe dire che la qualità della proiezione non era eccellente, lo schermo era leggermente rigato e si notava; inoltre i sottotitoli in italiano traducevano i dialoghi in modo fin troppo letterale, sarebbe stato probabilmente meglio se avessero trascritto fedelmente il doppiaggio italiano. Ma, dopotutto, il centro dello spettacolo era l’esibizione dell’orchestra e questi cavilli non l’hanno reso meno grandioso.
Oltre all’esecuzione strettamente legata al film, l’orchestra ha deliziato il pubblico con una sorta di ouverture prima dell’inizio della proiezione e una chiusura lungo i titoli di coda; l’accoglienza è stata calorosissima e coinvolta, non sono mancati applausi entusiasti dopo i movimenti pregnanti dell’esecuzione e le risate nelle scene più divertenti del film. Alla fine dello spettacolo l’applauso è stato lungo e fragoroso, tutto il pubblico era sensibilmente emozionato e soddisfatto. Inutile dire che al cinema un clima del genere non si trova.
Una particolarità tecnica che ha scatenato la nostra cusriosità, ben visibile dalle prime file, è la tecnologia che ha permesso a Jessica Cottis di dirigere l’orchestra in perfetto sincronismo con il film: oltre alla partitura, sul leggio aveva uno schermo su cui si poteva vedere il film con cronometro e una sorta di “metronomo visivo”, il cui funzionamento purtroppo non è facilmente comprensibile a chi non è del settore. Sicuramente è una curiosità su cui varrebbe la pena di approfondire!
Sicuramente dopo quest’esperienza seguirò con molta più passione l’ambito delle colonne sonore e non mi lascerò scappare l’occasione di assistere ad altri eventi di questo genere, pertanto mi sento di ringraziare sinceramente la Fondazione LaVerdi, l’Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi, la maestra Jessica Cottis e tutti quelli che hanno contribuito ad organizzare questo avvenimento magico, che ha fatto allo stesso tempo crescere e tornare bambini tutti quelli che come me vivono il cinema e la musica come parti integranti e fondamentali delle loro esistenze.
Grazie!
Se volete saperne di più a proposito dell’evento e dell’opera di Alan Silvestri, leggete il nostro articolo di presentazione.
Prossimi eventi:
- Indiana Jones – I Predatori dell’Arca Perduta, direttore Ernst Van Tiel, 28 e 29 giugno
- Star Trek (2009), direttore Ernst Van Tiel, 14 e 15 settembre
- Nosferatu, direttore Timothy Brock, 16 e 17 novembre
Le fotografie presenti nell’articolo, e tante altre, si possono trovare sulla pagina Facebook ufficiale della Fondazione LaVerdi.
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