Cosa vuol dire Essere Umani? Cosa ci rende noi? Il cuore? Il cervello? Ogni singola cellula del nostro corpo? Oppure è l’anima, se ammettiamo che esista? Forse sono tutte queste cose insieme, forse nessuna. Nel mondo di Ghost in The Shell, film di Rupert Sanders nelle sale dal 30 marzo, dove il confine tra uomo e tecnologia è sempre più labile, gli essere umani si confondono alle macchine e viceversa.
Basata sul manga giapponese di fama mondiale, “The Ghost in the Shell“, il cui franchise epico vanta già due film divenuti pietre miliari del genere anime – ne abbiamo parlato qui-, questa nuova versione cinematografica solleva come mai prima questioni filosofiche legate ad un ambiente futuristico, che non è pacifico e incontaminato come spesso ci capita di immaginarlo.
L’umanità è un serpente che si mangi la coda, le città sono costruite su altre città, le persone sono fatte di altre persone, ma anche di ingranaggi, di chip, di schede madre. In un grande film di azione dove non ci si aspettano troppi risvolti introspettivi, Rupert Sanders ha inserito tutto questo e molto altro, esplora ciò che ci definisce come individui: è la nostra storia, la memoria a renderci ciò che siamo o sono le nostre azioni a definirci? Essenza filosofica questa, che proviene direttamente dal manga originale.
“Ghost in the Shell” è straordinariamente popolare in Giappone, ma sono in molti in America e in tutto il resto del mondo ad aver visto ed e amato la versione animata. Le sue immagini sono così potenti, che non potevano che essere il punto di partenza per Sanders. Quelle immagini sono diventate la prima pietra del film, che non è stato reinventato da zero, ma non è nemmeno copiato fotogramma per fotogramma. C’è la Geisha nella sequenza di apertura, c’è il camion della spazzatura. Ci sono alcune cose della Hanka Corporation, e molte, molte piccole cose che solo i veri fan possono riconoscere.
Insomma, Sanders ha conservato molti degli elementi iconici dell’originale. E anche se vengono esplorate tematiche come l’umanità, la tecnologia, e il dualismo, il film è soprattutto un viaggio di esplorazione racchiuso in un giallo abbastanza semplice. Il Maggiore – il primo essere umano ciberneticamente modificato con successo e leader della Sezione 9, l’unità di lotta anti terrorismo cibernetico – insegue un cattivo, e la cosa ci porta a chiederci ‘chi è questo tizio?’, cosa vuole e perché lo fa? Ma mentre lei si incammina lungo questa strada, comincia a rendersi conto che il suo percorso e il percorso di colui che insegue sono più simili di quanto non pensi.
Il Maggiore, interpretata da Scarlett Johansson, è la prima del suo genere: un’umana salvata da un terribile incidente e modificata ciberneticamente allo scopo di ottenere il soldato perfetto. Il suo compito, e della sua squadra, è quello di fermare i criminali più pericolosi del mondo, perché, quando il terrorismo permette di penetrare nelle menti delle persone e controllarle, il Maggiore diventa la “persona” più qualificata per contrastarlo.
Nel mondo di “Ghost in the Shell”, infatti, un essere umano può essere migliorato con tecnologie che gli consentono di avere una vista più acuta, di comunicare per via telepatica e di aumentare la capacità di reggere l’alcool. E a ben pensarci non è così diverso da ciò che ci offre oggi la tecnologia di un cellulare, di un’audio protesi o di un pacemaker di ultima generazione. La tecnologia per migliorare il nostro benessere fisico è già disponibile. E nuove straordinarie applicazioni vengono realizzate ogni giorno. Cosa succederebbe se una di queste mirabolanti tecnologie cadesse nelle mani sbagliate?
Insomma, quando i criminali possono accedere ai vostri ricordi e controllare il vostro comportamento, il semplice antiterrorismo non basta più, serve un nuovo tipo di tutori della legge. L’elitaria squadra dell’anti terrorismo Sezione 9 è composta da alcune delle persone più tecnologicamente avanzate del mondo, compreso il Maggiore.
Oltre a lei, il più importante membro della squadra è sicuramente Batou. Mentre il Maggiore si è trasformata in un cyborg istantaneamente, Batou, il suo secondo in comando, perde gradualmente parte della sua umanità: ad ogni infortunio, un pezzo di carne viene sostituito con della tecnologia. Batou (interpretato da Pilou Asbæk) è un soldato che preferisce i pugni alle parole, ma in realtà è il cuore e l’anima di Ghost in the Shell, è il più umano di tutti. Mangia pizza, beve birra e ama i cani, è un ragazzo semplice: affidabile, affettuoso e dolce. È l’unico collegamento tra il Maggiore e l’umanità, è l’unica persona di cui si fida, le ricorda come potrebbe essere la sua vita, come forse, era un tempo. Tra loro c’è qualcosa di più forte dell’amicizia, ma ogni sentimento amoroso è lasciato inespresso, come avviene nel manga.
Quello di Sanders, quindi, è un viaggio potente tra i pericoli della tecnologia, ma soprattutto è una ricerca che scuote le radici dell’identità. È una storia di azione, di intrighi, di amicizie, di tradimenti, menzogne, è una storia di famiglia.
Credits: Universal Picture, Paramount Pictures