Un sofisticato miglioramento è avvenuto nel campo delle protesi con le mani hi-tech.
Promotrice indiscussa e fortemente voluta dagli ideatori è stata Beatrice, detta Bebe, oro nel fioretto alla Paralimpiadi di Rio 2016. Lei, stando a quanto ha detto il Centro Arte Ortpedica di Budrio in cui la realizzazione delle mani ha preso forma, è la persona più indicata, soprattutto perché è una ragazza dinamica, in grado di poter utilizzare al meglio e senza alcuna difficoltà tutte le nuove funzioni che le protesi mettono a disposizione.
Ma che cosa hanno in più queste mani rispetto a quelle già in produzione? Cosa permettono di fare rispetto alle precedenti? Le protesi danno la possibilità alle cinque dita di muoversi in modo indipendente, la struttura è in fibra di carbonio e pesa circa un chilo e mezzo; i polsi hanno una rotazione di 80 gradi. Nello specifico, Bebe ha due elettrodi collocati sull’avambraccio nel punto in cui il muscolo le consente il comando di apertura e chiusura della mano. Il LIMB è l’unica protesi mioelettrica ad avere il controllo dei gesti: la mano, dopo l’impulso di Beatrice, si apre naturalmente e poi si richiude afferrando l’oggetto in questione.
Bisogna però pensare che oltre ai gesti quotidiani ne esistono alcuni più specifici, come impugnare una penna. In quel caso si può usare un’App scaricabile e collegabile tramite bluetooth alla mano: per mezzo di un movimento precedentemente impostato, la mano assumerà la posizione richiesta. Questa innovazione, indiscutibilmente all’avanguardia, richiede tempo per poter essere appresa e messa in pratica dal paziente. Bebe, infatti, ha trascorso dei giorni nel centro di Budrio per utilizzare al meglio questo nuovo strumento.
Un passo avanti è stato fatto nell’ambito delle protesi, ma tante nuove sfide sono pronte per questi esperti aventi l’obiettivo di migliore e facilitare ancora di più la vita di molte persone.