Sentiamo parlare ogni giorno di migrazioni e di immigrazione, ma facciamo riferimento sempre e solo all’uomo. Non consideriamo mai che su questo pianeta non siamo soli e che anche tutta la restante vita terrestre si sposta di continuo, da un continente all’altro, senza guardare troppo ai confini politici o fisici. E lo fa da sempre, bisogna solo trovare le condizioni giuste per scoprirlo.
È proprio quanto avvenuto sulle Dolomiti qualche anno fa, precisamente nel febbraio 2014, quando non è caduta la solita neve candida. Le piste, infatti, si sono tinte di rosso/rosa a causa della presenza, dentro ai fiocchi, della sabbia del Sahara. Non è una novità che la sabbia si sposti, ma di solito lo fa attraverso il vento o la pioggia. La vera particolarità di questo evento è stata che la neve colorata, una volta depositatasi, ha iniziato a ghiacciare ed è stata ricoperta poi da altra neve bianca. In questo modo la sabbia è stata intrappolata sulle cime delle montagne e con essa tutto ciò che si è portata dietro.
Dopo la strana nevicata, un team di ricercatori composto da studiosi appartenenti all’Istituto di biometeorologia Ibimet del CNR, alla altoatesina fondazione Edmund Mach e agli atenei di Firenze, Innsbruck e Venezia è subito accorso per i primi rilevamenti. Dopo tre anni, gli esiti delle ricerche sono stati pubblicati e ne è emerso che la sabbia ha trasportato un’enorme quantità di batteri e funghi provenienti dall’Africa Subsahariana. Intere famiglie si sono trasferite, oltrepassando il deserto e il Mar Mediterraneo, per colonizzare (seppur involontariamente) le Alpi.
Per scoprire i loro luoghi d’origine, sono state analizzate le traiettorie atmosferiche delle masse d’aria e il DNA di funghi e batteri ritrovati, confrontandoli poi con dati campionati in tutto il mondo.
Una delle cose più sorprendenti è che, nonostante il clima di provenienza non sia proprio lo stesso rispetto alla meta del loro soggiorno, questi microrganismi si sono adattati perfettamente alle diverse temperature e, anzi, stanno contribuendo in modo molto significativo alla costruzione dell’ambiente microbiotico alpino. È necessario però tenere la situazione sotto controllo perché tra questi “invasori” apparentemente pacifici potrebbero nascondersi dei killer letali. Infatti, sebbene l’aumento della biodiversità venga sempre considerato un fattore positivo, c’è sempre il potenziale rischio che questa nevicata abbia portato anche dei nuovi patogeni in grado di determinare l’estinzione di specie autoctone o epidemie come quella di Xylella che ha colpito gli ulivi pugliesi. Dal ghiaccio e dalla sua infinita memoria fatta di funghi e batteri si può vedere l’impatto umano sull’ambiente e lo stato di salute del nostro pianeta. Questo fenomeno insolito della neve rosa, inoltre, è testimone del cambiamento climatico in corso, a causa del quale eventi di questo genere saranno sempre meno rari.
Credits: Pixabay (1) (2)
Fonti: National Geographic – Microbiome