“Non amo lavorare troppo, né correre per i corridoi di uno stadio, né forse capisco di sport quanto l’incarico richiederebbe. Ma so inventare storie bellissime.” Così si presentava Osvaldo Soriano, scrittore, giornalista e cronista sportivo argentino. E proprio lo sport per eccellenza, il calcio, fa da filo rosso ai racconti raccolti in Fútbol. Storie di calcio.
Come per ogni argentino che si rispetti il calcio è una questione di vita. Soriano era una giovane promessa e un attaccante prolifico ma un infortunio mise fine al suo sogno. Rimase negli ambienti sportivi come cronista e in seguito con Triste, solitario y final (1973) divenne un acclamato scrittore. La passione per il calcio, il fútbol, restò sempre viva in Soriano e lo accompagnò per tutta la vita.
In Fútbol. Storie di calcio compaiono 25 racconti scritti in diverse fasi della carriera di Soriano. Si alternano pezzi dal taglio più giornalistico, ricordi autobiografici e storie di pura invenzione.
Storie, per l’appunto. Nei racconti calcistici di Soriano la realtà, anche biografica, sfuma nella fantasia e nella finzione. Il calcio argentino, quello ruvido e maschio giocato in sperduti villaggi nelle pampas si fonde alla poesia della narrazione. La penna di Soriano, ora nostalgica, ora divertita, ama ricamare attorno a suoi personaggi un’aurea fantastica.
E’ appunto la galleria variopinta di personaggi grotteschi e indimenticabili a riempire e dominare le pagine di Fútbol. Il lettore si imbatte in indios, gauchos, arbitri corrotti e improvvisati, allenatori giramondo. Accanto a calciatori come Obdulio Varela ed Ernesto Lazzati, bandiere delle proprie squadre e campioni esemplari, compaiono personaggi assurdi come il figlio di Butch Cassidy che si guadagna da vivere arbitrando a suon di rivoltella partite surreali su e giù per l’America latina, sognando il Texas. Oppure El Gato Diaz, attempato portiere che parò “il rigore più lungo del mondo” senza dimenticare El Mister Peregrino Fernandez e delle sue picaresche avventure.
Chi segue il calcio saprà della mania argentina per i soprannomi: dai classici Flaco, Cholo, Tanque fino ai nomignoli più fantasiosi. Soriano non fa eccezione e ci presenta calciatori dilettanti come fossero celebri campioni.
C’è qualcosa di Borges in questi personaggi in bilico tra criminalità e gloria sportiva. Ma il calcio diventa inevitabilmente metafora della vita. I personaggi di Soriano sono per lo più perdenti e sognatori, destinati alla sconfitta come i saltimbanchi di Baudelaire. Ci sono anche le contraddizioni dell’Argentina peronista, divisa tra la mania di grandezza e un’amara miseria.
Quello raccontato da Soriano è il calcio dei poveri e degli oppressi. Gli scenari più frequenti nei suoi racconti sono le pampas desolate, i bordelli e le bettole, campi da calcio improvvisati e sperduti villaggi. In Argentina il football venne introdotto dagli inglesi come attività per i ragazzi della buona società, ma ben presto mise radici nelle periferie e nei villaggi. Il linguaggio semplice del calcio venne accolto dalle diverse comunità presenti in Argentina, dagli immigrati italiani ai criollos. E come il tango, il fútbol sa essere passionale e malinconico, può essere praticato in imponenti stadi così come in campi di terra battuta.
Per chi ama il calcio, quello sanguigno ma che risplende di spontanea poesia, la lettura di Fútbol è obbligatoria. Soprattutto in un periodo come il nostro in cui il calcio è luogo privilegiato della polemica, del litigio e delle faziosità. Come tutti gli sport di maggior seguito anche il football si è trasformato in spettacolo multimilionario tradendo quell’autenticità che Soriano riesce a raccontare così lucidamente.
Ma Fútbol può riservare piacevoli sorprese anche ai profani del calcio. Soriano è un abile narratore e i suoi racconti posseggono una forza poetica e una vena fantastica di pregevole fattura. Potremmo paragonare la sua scrittura allo stile di gioco di un fantasista, magari lento e indolente, ma capace di disegnare col pallone tra i piedi raffinate estrosità. E poi, citando lo stesso Soriano, i suoi racconti non parlano semplicemente di calcio, ma “dei goal che uno si perde nella vita”.
Fonti: Soriano e il fútbol, introduzione a Osvaldo Soriano, Fútbol. Storie di calcio, Einaudi.