Simbolo dal greco mettere insieme, unire, legare… Ciò allude alla valenza primordiale della parola, che è quella di armonizzare il significato con il significante, l’idea con la rappresentazione. Questo gioco di allegorie, sotto intesi, di ciò che è ma potrebbe non essere, di ciò che c’è ma appare diverso da quello che è, sta alla base della pittura del noto pittore Hyeronimus Bosch; dove l’enigmaticità diventa la linea guida per trattare motivi astrologici, popolari, alchemici, o ancora raffigurare scene riguardanti l’anti Cristo o la vita dei Santi. Fantasia, immaginazione si uniscono per creare, con intento satirico, personaggi surreali a meta’ tra l’animalesco e l’umano raffiguranti l’eterna dannazione umana.
Poche e frammentarie sono le notizie relative al pittore. Nacque probabilmente tra il 1450 e il 1455 a Hoertogenbosch a sud dei Paesi Bassi, da una famiglia di origine tedesca di pittori, da cui apprese le basi della sua arte. Il fascino che ruota intorno all’artista e alle sue opere e sicuramente più che mai emblematico nel Trittico del giardino delle delizie. Realizzato tra il 1480 e il 1490 circa, dipinto a olio su tavola, rappresenta nel pannello di sinistra e quello centrale il paradiso terrestre, luogo di piacere, mentre in quello di destra l’inferno, dove si consumano i peccati mortali. In basso a sinistra viene raffigurato Dio che crea la donna dalla costola di Adamo; La natura è rigogliosa, ricca, fiorente tale da ricreare una dimensione del tutto ultraterrena. Il pannello centrale va letto per episodi disposti orizzontalmente. In basso una serie di figure mangiano della frutta e trasportano e toccano conchiglie e minerali, che rappresentano allegoricamente i piaceri della carne, tema che verrà ripreso a sinistra dove vengono collocati due amanti nella teca simbolo di fragilità umana. Al centro vi è la cavalcata della libidine intorno alla fonte della giovinezza. Troviamo, infatti, una serie di cavalieri nudi che cavalcano animali fantastici e non, insieme a delle donne che si bagnano alla fonte con a capo corvi, pavoni, e altri animali. In alto e in fondo l’azzurro intenso del globo della fontana dell’adulterio.
Infine a destra l’inferno, luogo di espiazioni dei peccati terreni. Una serie di personaggi sono sottoposti a supplizi perpetrati da diavoli per metà grilli.
Il trittico è stato realizzato probabilmente su commissione del noto collezionista Enrico III di Nassau, rappresentativo di quel mondo cosi’ magico e affascinante che caratterizza l’artista fiammingo; il quale, in maniera esemplare, traduce tramite immagini un mondo che è altro dal nostro, ma da cui inevitabilmente è influenzato.
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