Con l’avvento della Commedia dell’Arte nella prima metà del Cinquecento, il mondo del teatro si apre a nuove esperienze che influenzeranno, in modi e in epoche diverse, tutta la storia dello spettacolo. Uno degli aspetti che più caratterizzarono quest’arte fu il viaggio e lo spostarsi continuamente era proprio indispensabili per gli attori di questo genere teatrale, per diverse ragioni.
Principalmente l’esigenza di viaggiare nasceva dal bisogno di non essere unicamente alle dipendenze né di un unico padrone né di un’unica città. Poi perché gli spettacoli erano sempre più o meno gli stessi; esistevano dei copioni molto generici, chiamati canovacci, che davano una linea guida generale da seguire e il resto dipendeva dall’improvvisazione e dalle capacità dell’attore. La libertà che ne derivava permetteva agli attori di coprire un vastissimo territorio.
Nei periodi fuori dalle festività religiose, dove non gli era permesso esibirsi sia perché la Chiesa non lo permetteva sia perché in quei periodi l’esclusiva apparteneva alle Sacre rappresentazioni, avevano la possibilità di spostarsi da una città all’altra e questo permetteva di raggiungere un pubblico sempre diverso, di raccogliere identità culturali eterogenee e quindi di arricchire il repertorio. Questa mescolanza di tradizioni permise, con il tempo, di sviluppare e perfezionare un linguaggio inedito, comprensibile a un pubblico molto vario e di diverso lignaggio.
Per molto tempo gli itinerari furono divisi tra nord e sud. Vi erano compagnie che viaggiavano al Nord, coprendo città come Venezia e il granducato di Toscana, mentre altre si esibivano in città del meridione, attratti soprattutto dalla città più grande e rilevante del sud: Napoli.
Con il passare degli anni la macchina organizzativa della Commedia dell’Arte si perfezionò sempre più fino a diventare un veicolo di diffusione di cultura e tradizioni, specialmente con gli itinerari che coprivano tutta l’Italia e successivamente anche molte città europee. Qui i Comici e la loro arte erano molto apprezzati, tanto da essere invitati dai sovrani a esibirsi nelle corti al cospetto delle personalità più influenti d’Europa.
La tradizione del viaggio , o meglio dello spostamento degli attori, è una pratica ancora fortemente legata al nostro paese. Oggi come allora un attore sa che, viaggiando, acquisterà capacità e conoscenze impossibili da apprendere restando in un unico luogo.
“La Commedia dell’arte: attrici e attori italiani in Europa”, Ferrone Siro, 2014.