Un vomito di parole.

 

Vattene da tutte le cose che odio e calpesto, i miei sbalzi d’umore sono sempre più irregolari e assurdi come i miei capelli di colori finti, come la faccia, che faccio, quando mi chiedono “come stai?” e rispondo “bene” abbozzando sorrisi finti.

Il tuo modo di gesticolare, mi è entrato in testa
e nelle arterie e non riesco a mandarlo via.

Quando chiudo gli occhi, le immagini di te,
che ti guardo, vanno in sincrono con il battito del mio cuore,
e non so spiegarmelo e non voglio spiegarmelo
voglio che te ne vai, dalla mia scatola cranica,
che è infetta perché sono io la ferita aperta più disgustosa che ci sia, qui.

Sono io che non riesco a
motivarmi
e realizzarmi
e rialzarmi
e mi aggrappo a tutto quello che trovo
ma non trovo più niente.

Non so nemmeno cosa voglio trovare,
ma io continuo a trovare tutto cosi ripugnante dal volermi vomitare in bocca,
mi staccherei un braccio per te, con in mano una rosa rossa,
letteralmente lo spezzerei, lo metterei in una scatola, te lo darei.

Fumo più del solito per calmarmi
e impazzire di nuovo subito dopo.

Dov’è l’isola dove volevo fuggire?

Ho perso le coordinate e non so più dove sto andando
e dove 
voglio andare,
vomito parole che non hanno senso ma non mi importa niente.
Perché so quello che voglio ma penso sempre di non meritarlo.
Per poi fare tutte quelle scelte, che non avrei voluto fare,
tutto questo solo per omologarmi e ringraziare tutti quanti.

Ci sono cose che non riesco a dimenticare
perché mi hanno ferita come qualcosa che brucia ancora,
come il fuoco che non ho mai avuto modo e coraggio di spegnere.

Probabilmente credo di averlo alimentato con tutto il mio odio e il rancore e la rabbia e la delusione e la nausea e le crisi e i pianti isterici e le lacrime e le grida soffocate sul cuscino.
Sento sempre di avere qualcosa che non va in testa,
e dentro tutto il mio corpo
e fuori dal mio corpo,
vorrei vivere in una bolla
ed essere invisibile, poi invece voglio che tutti mi vedano e mi sentano che grido forte, come quando parli e nessuno ti ascolta, poi un giorno ti vedono in silenzio e ti chiedono perché non parli, e mi chiedo se le persone facciano sul serio (?) io parlo se qualcuno mi ascolta, ma nessuno mi ascolta, allora scrivo.

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 credits: copertina, immagine 1

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