Il 6 giugno del 1944 si consumò sulle coste nord-occidentali della Francia una delle più grandi e complesse azioni militari nella storia dell’uomo, lo Sbarco in Normandia. L‘invasione, conosciuta anche con il nome di D-Day, iniziò alle 6.30 del mattino e coinvolse cinque spiagge normanne denominate dagli alleati: Utah, Omaha, Juno, Gord e Sword , per una lunghezza complessiva del fronte di circa ottanta chilometri.
Un’ora prima dello sbarco dei primi reparti americani, l’aeronautica alleata iniziò un potente attacco a bassa quota per colpire le postazioni tedesche. Quest’ azione, ritenuta molto importante per l’esito generale del combattimento, non ebbe però gli effetti sperati, soprattutto sulla spiaggia di Omaha. Questo luogo fu il centro di aspri combattimenti per quasi tutta la giornata, e venne soprannominato bloody Omaha, per l’intensità degli scontri che vi si verificarono.
I soldati alleati arrivarono nei pressi delle spiagge con mezzi da sbarco chiamati LCPV. Una volta scesi dovevano avvicinarsi alle spiagge camminando nell’acqua con tutto l’equipaggiamento, costantemente esposti al fuoco nemico. Giunti sulla spiaggia, i soldati si trovavano sotto tiro in ogni momento e dovevano raggiungere nel minor tempo possibile l’entroterra per neutralizzare il nemico.
Alla fine della giornata gli alleati si trovarono di fronte ad una situazione in gran parte stabilizzata, sebbene molti degli obbiettivi previsti non fossero stati raggiunti. Le battaglie più intense avevano coinvolto le truppe americane sulle spiagge di Omaha e Juno, dove le sacche di resistenza tedesche erano state più forti. Terminata la fase dello sbarco e la successiva conquista di alcuni punti strategici nei pressi della costa, iniziò una nuova fase per le forze alleate; era necessario consolidare alcune teste di ponte per poter incominciare l’avanzata nell’entroterra francese, che si sarebbe conclusa il 25 agosto 1944 con l’entrata delle forze anglo-americane a Parigi.
Tra le prime ondate di truppe che sbarcarono a Omaha si trovava anche Robert Capa, reporter di guerra di origine ungherese, famoso per lo scatto:“morte di un miliziano lealista” scattata durante la guerra civile spagnola. Capa, insieme a Henri Cartier-Bresson e ad altri colleghi, fondò nel 1947 la Magnum Photos, una delle più importanti agenzie fotografiche a livello mondiale. I suoi scatti, pubblicati dalla rivista Life, risultarono essere leggermente fuori fuoco. La rivista affermò che le immagini erano di scarsa qualità perché le mani dell’autore tremavano durante la battaglia. Questo però non era vero perché le immagini vennero rovinate a causa di un errore in fase di sviluppo.
Questa battaglia, insieme con le bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki, segnerà l’esito della guerra, che si concluderà il 15 agosto 1945 con la resa totale del Giappone.
Fonti:
O. Wieviorka, Lo sbarco in Normandia, Il Mulino 2009
R. Capa, Leggermente fuori fuoco, Contrasto 2002
Images: copertina