Di Elisa Navarra
Qual è il paese più sviluppato al mondo? Domanda banale, verrebbe da dire, mentre la mente subito viaggia tra i paesi del Nord Europa, tra i fiordi norvegesi e i laghi svedesi, per poi fare un salto oltreoceano, e magari, indecisa, tornare alla Sirenetta di Copenaghen. Ah, dimenticavamo la Merkel.
A primo impatto la nostra classifica non sembrerebbe troppo sbagliata, eppure sfuggono alcuni dettagli. Di fondamentale importanza è, innanzitutto, la definizione di Sviluppo. Considerando come i paesi più sviluppati quelli più ricchi, la terra dei grattacieli di Trump viaggia in cima alla classifica, con un PIL di ben 17.418.925 milioni di dollari nel 2015 (il 22,5% del PIL mondiale). Tuttavia, già solo considerando il più equo PIL pro capite, ecco che il podio è ora conquistato da Lussemburgo, Svizzera e Quatar.
La scelta di una giusto indice per lo sviluppo economico è tuttora fonte di accesi dibattiti. Dalla visione tradizionale che lo identificava con il Reddito Nazionale Lordo (RNL), nel corso del Novecento si sono alternate visioni più filosofiche (la “libertà” dell’economista Sen, o il banale concetto di felicità) e metodi di calcolo più pragmatici. L’indice attualmente in uso è stato proposto per la prima volta negli anni ’90 dall’economista Mahbub ul Haq. Si chiama Human Development Index (e dal 2010 Inequality-adjusted Human Development Index) ed è una perfetta combinazione delle opinioni precedenti.
Relazione geometrica degli indicatori di aspettativa di vita, livello di istruzione e reddito pro capite, l’IHDI ha premiato negli ultimi sei anni la Norvegia come paese più sviluppato al mondo. A seguire nel ranking del 2015 stilato dall’UNDP, Australia, Svizzera, Danimarca e Olanda. Il Canada, vincitore incontrastato nella seconda metà degli anni Novanta, appare invece al nono posto, appena al di sotto degli Stati Uniti.
Che nel nord Europa si viva bene, non è una grande scoperta. È però interessante notare come questi paesi abbiano raggiunto tali posizioni. Analizzando la composizione dell’IHDI, si nota subito che a far salire di posizione la Svizzera è l’elevata aspettativa di vita, per la quale è seconda al mondo. Il PIL pro capite aumenta i punteggi ancora una volta di Svizzera, Norvegia e Danimarca, che si posizionano rispettivamente al secondo, quarto e settimo posto. Eppure, ciò che è ancora più interessante e sorprendente scoprire, è come i primi due paesi più sviluppati siano anche, assieme alla Nuova Zelanda, quelli con il maggior livello di istruzione nel 2015. Ci aveva ben visto allora Nelson Mandela sulle teorie dello sviluppo economico, nel dire che è l’educazione l’arma più potente per cambiare il mondo.
Post Scriptum per i curiosi sulla posizione italiana nel ranking mondiale: Stando agli ultimi dati disponibili l’Italia è 27esima per IHDI su scala mondiale, 33esima per livello di istruzione, 25 per PIL nominale pro capite, 7ettima per aspettativa di vita.
Fonti: Todaro and Smith, Economic Development
In copertina: Rappresentazione dei paesi per IHDI, via Wikimedia Commons Wikipedia, by BlankMap-World6,_compact.svg: Canuckguy et al. derivative work: Vertawes [CC BY-SA 3.0]
Dati: WorldBank
NB Ove non specificato, i dati fanno riferimento al 2014, essendo l’ultima computazione disponibile dell’IHDI relativa a tale anno