Di Ilaria Zibetti
La Prima alla Scala del 7 Dicembre scorso, come molti ricorderanno, si è tinta di colori a tratti foschi a tratti brillanti, tra fiori di pesco e pareti scorrevoli. L’opera scelta come apertura della nuova stagione è stata la “Madama Butterfly” di Giacomo Puccini, ma non la versione che conosciamo maggiormente, ossia quella andata in scena a Brescia nel 1904, bensì quella che debuttò precedentemente proprio nel teatro meneghino alcuni mesi prima. Furono necessarie alcune modifiche affinché il pubblico accettasse le innovazioni che Puccini aveva tentato di introdurre, sebbene lo stesso Maestro non le reputasse correzioni particolarmente incisive. Dettagli tecnici a parte, oggi non faremo una recensione sullo spettacolo avvenuto, bensì cerchiamo di scoprire la trama di una delle opere più rappresentate al mondo.
L’azione si svolge a Nagasaki, nel 1900. Il tenente della marina americana Benjamin Franklin Pinkerton sta ultimando i suoi accordi con il sensale Goro, il quale ha predisposto il matrimonio con la bellissima Cio-Cio-San, detta Madama Butterfly (il suo nome infatti significa “farfalla” con l’aggiunta del suffisso “san”, signora) una geisha di quindici anni. Il Console Sharpless tenta invano di far comprendere all’amico che per la fanciulla quell’unione è seria ma il giovane ride, pensa solo a soddisfare quel capriccio e sa bene che le sue vere nozze dovranno essere con una sua connazionale. Bisogna sottolineare infatti che il suo matrimonio con Butterfly, in America, non sarebbe stato riconosciuto. La graziosa ragazza, pur di essere più vicina ai costumi del marito, ha in segreto rinnegato la sua religione in favore del cristianesimo… questo fatto viene però presto scoperto dallo zio Bonzo, il quale le aizza contro tutti i parenti che finisco per rinnegarla. Butterfly però si consola: il suo mondo ormai è ristretto unicamente al suo amore per Pinkerton.
Sfortunatamente la devozione, l’affetto incondizionato e l’abnegazione di cui si dimostra capace Butterfly la condurranno verso l’inevitabile tragedia: abbandonata da Benjamin, impoveritasi perché priva di lavoro o del sostegno della famiglia, con un figlio molto piccolo e consolata dalla fedele serva Suzuki e dal Console Sharpless, attende fermamente il marito. Quando quest’ultimo torna in Giappone tre anni dopo, assieme alla moglie americana Kate, le speranze di Cio-Cio-San si spezzano e il colpo di grazia giunge nel momento in cui le viene chiesto di rinunciare al piccolo. Con dolore e al contempo dignitosa rassegnazione, accetta di consegnare alla coppia il bambino, togliendosi poco prima la vita in quanto, citando la terribile scritta sul pugnale rituale: “Con onor muore chi non può serbar vita con onore”.
Esempio di dedizione assoluta, fin quasi ingenua e caparbia, la giovane protagonista di questa tragedia dimostra contemporaneamente fortezza e fragilità, due opposti che si mescolano e creano un personaggio unico, che porta all’empatia e al compianto. Butterfly è la classica eroina lirica, la cui purezza di sentimenti e il destino avverso vengono esaltati da una musica sapientemente creata per colpire il nostro cuore nell’angolo più delicato. Tipico di Puccini, come già aveva fatto ne “La Bohéme”, di riuscire a suscitare forti emozioni toccando le corde della nostra pietà. La ricerca inoltre delle sonorità giapponesi contribuiscono a dar forma ai luoghi e alle atmosfere tradizionali.
Sarebbe troppo facile criticare Butterfly per la sua ostinata cecità nel non voler vedere i segnali della sua tragedia, anzi molto probabilmente il suo istinto la porta a compimento di quel fato che l’avrebbe portata ad autodistruggersi per consacrarsi al suo ideale amoroso, fino al punto di sacrificarsi ad esso. Il principale motivo che la spingeva a vivere era questa autentica passione, l’unica mai provata. Idealista? Sciocca? Infantile? Molto probabile, eppure non si può negare la sua determinazione e la sua fedeltà, crollate solo di fronte al tradimento del suo amato americano (che in questa vicenda fa una meschina figura e non mi dilungherei nelle critiche nei suoi confronti perché sarebbero ripetitive), ai suoi occhi un gentiluomo e un nuovo cielo di gioie verso cui spiegare le ali. Purtroppo, come insito nel proprio nome, la sorte della leggiadra ragazza le accordava soltanto un breve volo.
Per ulteriori dettagli in riferimento alla trama, consiglio vivamente la visione del video qui riportato.
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