di Noemi Calabrese
L’articolo di “Repubblica” (http://bit.ly/2iV4hSO) del noto giornalista Merlo sullo sciacallaggio è stato un interessante spunto di riflessione.
Ebbene, mai come in questi giorni, in seguito alla tragiche vicende che hanno colpito il Centro Italia, in particolare la valanga che ha travolto l’hotel Rigopiano a Farindola (PE), si parla su tutti i telegiornali, la stampa e i programmi di approfondimento di vero e proprio sciacallaggio.
Intendiamoci, non si fa qui riferimento al brutale rito che spesso gente priva di buon senso e umanità mette in atto approfittando delle disgrazie e del dolore altrui. Si vuole far riferimento, invece, a coloro che, un po’ come il Conte Ugolino della Gherardesca, celebre figura dantesca, si cibano di ostruzionismo e sono alla costante ricerca di un colpevole, novello capro espiatorio, da mettere alla gogna.
È quello che sanno fare bene i nostri politici italiani: alzano polveroni, accendono vere e proprie polemiche che non si stancano di alimentare, come quando si mette legna sul fuoco, fino a costruire processi mediatici che hanno lo scopo di infuocare gli animi e incattivire l’opinione pubblica.
E poi si assiste alla ormai tradizionale “commedia” italiana, dove scavando scavando, si scopre che una tragedia, come quella abbattutasi sul noto Resort 4 stelle a Rigopiano, si poteva evitare. Abusi edilizi, piani di ricostruzione non in regola e quanto altro. È sempre così, ogni volta è come se si seguisse un copione. Solo a tragedie avvenute, si corre ai ripari!
Nel frattempo, ad ormai più di una settimana dalla valanga, silenzio e gelo si sono abbattuti sulle macerie di quel che resta dell’Hotel Rigopiano. Purtroppo, negli scorsi giorni, ad uno ad uno sono stati ritrovati i corpi degli ospiti e dei dipendenti dispersi: 29 i morti e 11 i sopravvissuti. Un conteggio tragico che mette i brividi e soffoca ogni speranza.
È tempo di fare bilanci e, come sempre, facile e immediato diventa puntare il dito contro tutti, alla ricerca di un colpevole, finendo però per strumentalizzare questa tragedia per fare una velata ma spietata propaganda politica, tra l’altro spesso e volentieri a danno dello Stato.
Forse i nostri politici dovrebbero imparare il valore del silenzio, prima di fomentare polemiche e formulare accuse. Per questo compito, esistono i tribunali, troppo spesso dimenticati.
Fare giustizia e rintracciare “il colpevole” di questa tragedia, qualora ci fosse, è un imperativo morale a cui nessuno, in primis lo Stato, può sottrarsi.
Ricordando l’appello all’Unità, lanciato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione della cerimonia di inaugurazione del nuovo anno accademico dell’Università degli studi di Roma “Tor Vergata”, le varie fazioni politiche dovrebbero costituire un blocco unico per far fronte all’emergenza.
Quello che non dovrebbe mai mancare è il supporto concreto alle popolazioni del Centro Italia e l’elogio continuo e prolungato alla straordinaria umanità e allo spirito di sacrificio di tutte le forze coinvolte in questa tragedia che con infaticabile energia e serietà hanno portato avanti il loro lavoro, facendo il possibile per salvare quante più vite.
E poi, a volerlo proprio trovare, forse “un colpevole”c’è: la natura crudele e matrigna tanto amaramente accusata da Leopardi. Ma di fronte alle accuse mosse dal poeta, all’interno del “Dialogo della Natura e di un Islandese”, una delle sue più celebri Operette Morali, fu la stessa Natura a prendere parola e ad eliminare ogni dubbio, dicendo: «Immaginavi tu forse che il mondo fosse fatto per causa vostra? Ora sappi che nelle fatture, negli ordini e nelle operazioni mie, trattone pochissime, sempre ebbi ed ho l’intenzione a tutt’altro che alla felicità degli uomini o all’infelicità. Quando io vi offendo in qualunque modo e con qual si sia mezzo, io non me n’avveggo, se non rarissime volte: come, ordinariamente, se io vi diletto o vi benefico, io non lo so; e non ho fatto, come credete voi, quelle tali cose, o non fo quelle tali azioni, per dilettarvi o giovarvi. E finalmente, se anche mi avvenisse di estinguere tutta la vostra specie, io non me ne avvedrei ».
Considerazione severa, ma giusta.
La Natura madre e matrigna allo stesso tempo.