Troviamoci in quella stagione, la sai?
In quella traiettoria tragicomica,
dove ti cade addosso soia-vino-materia
infusa di un thè ridanciano; un dio
si prende gioco del tavolone
ove riponevamo le nostre tazze
le nostre fiaschette d’Es.
Poi, una volta fatta la scoperta,
dilavati scioperare, aggregare
la charta defecata in un feulleiton
di paglia e farne un fuoco d’olezzo.
Una volta, quindi, arricciavamo i nasi,
e in qui, nel nostro libeccio, ridestiamo
l’accento che ci è proprio.
Perciò, lettore, dovrai distonare
il tuo respiro, leggendo
questa poetica, sfinita col
bronco, bronco balbettante,
balbettante e stringente e
e non avrai che bicchieri
ad aiutarti, a quella tavolata
bicchieri notistici, il nosocomio
di tutti i poeti che hanno
smesso di impazzire.