Al Teatro Carcano va in scena fino al 5 febbraio Il casellante, spettacolo a cura di Giuseppe Dipasquale tratto dall’omonimo romanzo di Andrea Camilleri. L’ambientazione è quella a cui siamo abituati con il Commissario Montalbano, ma cambiano gli anni. Lo spettacolo è infatti ambientato nella Vigata dei primi anni ’40 mentre nel mondo imperversa la seconda guerra mondiale e gli Alleati stanno per sbarcare in Sicilia. La lingua è quella personalissima e sperimentale di Camilleri, inspirata al dialetto arcaico ma ricca di neologismi e con una musicalità travolgente, che ben si sposa con la presenza delle musiche dal vivo scritte da Mario Incudine, che ha anche il ruolo di protagonista dello spettacolo.
Nino è ritenuto da molti l’uomo più fortunato del paese poiché, avendo perso due dita a causa di un incidente, viene esentato dal servizio di leva e gli viene assegnata la sorveglianza di un casello ferroviario sulla linea costiera a binario unico, che tradotto in soldoni vuol dire “uno stipendio sicuro, una piccola casa e un orticello“. Non male in tempo di guerra. Grazie a questa situazione favorevole Ninuzzo sposa Minica (Valeria Contadino) che, dopo una serie di vani tentativi, riesce anche a rimanere incinta. Tuttavia, mentre le cose sembrano andare tutto sommato bene, Nino e Minica vengono risucchiati in un vortice di soprusi e dolore. Il dramma personale si sincronizza con il dramma storico della seconda guerra mondiale.
Il finale non ve lo sveliamo ma sappiate che Il casellante è tratto della trilogia della metamorfosi di Camilleri, che racconta di una Sicilia ruspante in cui commedia e tragedia si fondono, influenzate dal mito greco. Di fronte all’impossibilità di cambiare la propria situazione, la metamorfosi ha il potere di riportare l’uomo a una condizione primitiva e di ristabilire la serenità, allontanandolo dalla brutalità della realtà.
Lo spettacolo di Dipasquale è un’offerta due per uno. Il primo e il secondo tempo potrebbero quasi essere due spettacoli separati e vivere ognuno per conto proprio. La prima parte ha un ritmo lento ma l’abbondante presenza di canzoni divertenti e l’ampio spazio lasciato alla storia d’amore tra Nino e Minica le conferiscono un’aria spensierata, a tratti quasi goliardica. Dopo la pausa cambia tutto. La tensione aumenta in modo esponenziale fino ad arrivare al bellissimo finale che ristabilisce gli equilibri. Il casellante è uno spettacolo da vedere anche per la bravura di tutti gli interpreti, primo fra tutti Moni Ovadia che, da sapiente esperto di cultura popolare, convince sia nel ruolo di narratore sia quando prende le parti dei personaggi secondari.
Il casellante
Teatro Carcano
Corso di Porta Romana 63 – Milano
da mercoledì 25 gennaio a domenica 5 febbraio
con: Moni Ovandia, Mario Incudine, Valeria Contadino, Sergio Seminara, Giampaolo Romania, Antonio Vasta e Antonio Putzu
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