Lettere Peruane #8. Caos sensibile

Lettere Peruane #8. Caos sensibile.

Alle sei, già da mezz’ora circa a Lima inizia l’uscita dagli uffici. Le strade si congestionano, gli incroci diventano un ring se non un ingorgo di auto ferme. Ambulanze, bus, polizia. Moto, carrellini con signore che vendono gelati, bambini che vendono caramelle. Taxi di lusso e taxi sporchi. Il tramonto è già iniziato da un po’ ed è un mosaico di fari. Spesso si sta fermi anche un paio di ore nel traffico per un tragitto che, in assenza, durerebbe venti minuti. E che fai? Non puoi leggere, troppa gente nel bus, non puoi ascoltare musica, troppo rumore. Cosa fai? Parli con qualcuno del più e del meno. E se non ti va? Ti butti nel caos perché in fondo il caos è calmo e ordinato, ti tratta bene. Ti perdi nelle urla di chi vende bibite e dolci, dei tassisti, dei conduttori di bus, delle telefonate di qualcuno che cerca il suo amore. Dura poco, poi arrivi e devi scendere, il viaggio è finito per oggi. Il bus prosegue la sua rotta, come un veliero pieno di colori, sfuma via, di nuovo nel caos.

Dolci catene – Pensieri e velleità sfiorite durante una sera di ordinario caos a Lima.

Tassisti sorridenti,
infermiere stanche,
bambini impertinenti,
gelato squagliante.

Cerco con gli occhi,
attizzo l’udito,
so che sto tornando,
già sogno il tuo mito.


Fonti

Crediti

Copertina

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.