Invasione cinese: a 25 anni già si vola in Oriente

38 milioni l’anno. 104.109,59 euro al giorno. 4.337,89 euro all’ora. Pensate al tempo che spendete lavandovi i denti: bene, Carlitos Tevez nello stesso tempo guadagna circa 150 euro. È infatti questo il nuovo contratto milionario offertogli dallo Shangai Shenua per finire a giocare nello Stato più popolato al mondo, assieme ai vari Guarin, Pellè e Demba Ba. C’è chi lascia la propria squadra del cuore, come Tevez, per andare in Cina e chi, come Oscar, lascia in Europa la possibilità di diventare leggenda, a soli 25 anni; è infatti di questi giorni la notizia del trasferimento dell’ex calciatore del Chelsea allo Shangai SIPG per la modica cifra di 25 milioni di euro all’anno, anche se quest’ultimo dato non è ancora stato confermato dalla società cinese. Scelta davvero curiosa quella del brasiliano, che ha persino suscitato una serie di dichiarazioni non proprio al miele da parte di Jurgen Klopp, l’attuale allenatore del Liverpool:

Non ho idea del perché le persone prendano decisioni come questa. Per me non è una scelta. Al momento quello cinese non è un campionato in cui si vuole realmente giocare. L’unico modo per portare i giocatori nella Super League sono i soldi.

Sorvolando sulle questioni personali, quali la necessità di trasferirsi in un “non” campionato per guadagnare qualche milione in più, risulta spontaneo domandarsi: queste spese cinesi nel supermercato europeo avranno mai fine?All’apparenza sì, ed è una fine anche abbastanza vicina: basti pensare che il regolamento calcistico cinese impone una presenza massima di quattro calciatori stranieri all’interno della rosa, e devono essere necessariamente tutti giocatori di movimento. Cosa curiosa, che mantiene intatto il patrimonio europeo degli estremi difensori, impedendone la fuga.

Infatti tutti i portieri iscritti in una squadra della CFA, Chinese Football Association, devono essere di origine cinese; questo provvedimento, inserito nel 2001, permette una crescita nel reparto più carente della loro nazionale, e c’è da dire che si sta rivelando efficace, avendo la Cina sfornato almeno un paio di talenti interessanti nell’ultimo periodo, come Lu Zhang, portiere del Tianjin Quanjian, la squadra di Cannavaro, e Wang Dalei, il quale milita nello Shandong Luneng e che ha curiosamente fatto anche un periodo di prova nelle giovanili dell’Inter.

È però questo il metodo corretto per diffondere il calcio come sport a livello nazionale? Chi può dirlo, ma sicuramente hanno scelto la via più costosa: tra l’acquisizione dei club europei – il Milan è una trattativa ormai in dirittura d’arrivo e si parla di circa 740 milioni per l’acquisizione – e le folli spese per portare i calciatori nostrani in terra asiatica, stanno spendendo fior di milioni per espandere un brand in maniera del tutto forzata, quando forse basterebbe prendere da esempio gli USA. La MLS, Major League Soccer, il campionato americano, ha infatti iniziato la sua ascesa nel 1996, dopo i mondiali svolti in casa: boom di partecipazione negli stadi ed ecco un improvviso amore per lo sport più praticato al mondo. Solo due anni dopo nasce la MLS, e nel 2015 già si parla di una media di 18000 spettatori negli stadi, con la Serie A che nello stesso anno registra una media di 23000 biglietti venduti a partita. Il trucco? Progettazione e investimenti nelle strutture: a oggi sono 19 le squadre partecipanti alla MLS e tutte hanno uno stadio e un impianto sportivo di proprietà, nuovo e funzionante.

È senz’altro verosimile la possibilità di uno sviluppo calcistico in Cina: sono in 1.375.000.000, hanno un potenziale straordinario e una chiara determinazione a rendere il calcio uno degli sport nazionali, ma non è questa la strada che può far bene a questo sport. Posso comprendere sicuramente giocatori come Pellè, tecnicamente limitati, messi di fronte a 7-8 volte quello che guadagnerebbero in Europa, o a giocatori come Lampard e Gerrard, al termine della loro fantastica carriera con un fisico che non regge più, di fronte a una proposta economica vantaggiosa, ma è incomprensibile come un ragazzo di 25 anni con un possibile futuro da fuoriclasse decida di smettere di giocare a calcio per qualche milione in più; non riesco a credere che 20 milioni di euro, guadagnandone già 5, valgano il sogno di alzare la Champions; non riesco a credere che 38 milioni possano portarti via dall’amore dei tuoi tifosi, ai quali avevi giurato che saresti rimasto fino alla fine.

Sono ancora innamorato del calcio romantico, fatto di Leicester e di Chapecoense, per favore, non portatemelo via.


Fonti

Sportnews

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