Dopo la strage terroristica ai mercatini di Natale a Berlino lo scorso 19 dicembre, quando un camion si è schiantato contro la folla provocando 12 morti e diversi feriti, la Germania prima e l’Europa subito dopo sono entrati in un vero e proprio stato di shock.
La vicenda si è conclusa in Italia nella mattina del 23 dicembre, alle porte delle festività natalizie, con l’uccisione di Anis Amris, il giovane terrorista, ritenuto l’autore della strage. Durante un normale controllo stradale in piazza I Maggio, a Sesto San Giovanni in provincia di Milano, il giovane tunisino ha estratto una pistola e sparato agli agenti di una volante che lo avevano fermato chiedendogli i documenti e che, sebbene colti alla sprovvista, hanno risposto al fuoco uccidendolo. La strage di Berlino, come spesso accade, ha creato subito numerose polemiche. Si poteva evitare? Il sistema di sicurezza internazionale funziona? Perché il terrorismo riesce a colpire ancora? Perché l’Italia non è ancora stata attaccata?
Cercare di render conto di tutti i gli interrogativi, sarebbe impresa assai ardua, ma cerchiamo ugualmente di dare delle risposte concrete. Siamo l’unico grande paese europeo a non aver subito attacchi terroristici negli ultimi 15 anni. Se da un lato il nostro sistema di sicurezza si è dimostrato efficiente, dall’altro rimane il sospetto che un attacco al nostro Paese sia solo questione di tempo. Sorge spontaneo allora chiedersi: “L’Italia è davvero al sicuro?”.
Sull’argomento terrorismo in Italia si parla spesso, ma spesso viene trattato dai politici o dalla stampa in maniera strumentale rispetto ad altre problematiche come l’immigrazione. Dopo i recenti attentati a Parigi, a Nizza, a Bruxelles e ora anche a Berlino, per non parlare a ritroso di Madrid e Londra, in molti ormai si chiedono come sia possibile che l’Italia sia rimasta fuori dai radar terroristici. Con questo non si può escludere che in un futuro, prossimo o remoto che sia, ci siano attacchi terroristici ma per il momento il nostro sistema di sicurezza, come sottolineato anche nell’ultima conferenza stampa dal Ministro degli Interni Minniti, sta funzionando in maniera capillare. Un dato importante da non sottovalutare: il l’antiterrorismo italiano ha svolto un lavoro fino a oggi impeccabile e diverse sono state le misure legislative messe in atto.
Ma allora perché l’Italia rimane fuori da questo orrore? Una delle ragioni con ogni probabilità riguarda la posizione favorevole, dal punto di vista geografico, che il nostro Paese assume come punto di accesso dal Sud al Nord del Mediterraneo. Colpire un punto così strategico è controproducente e porterebbe i gruppi terroristici a una vera e propria azione di auto-sabotaggio. E bisogna ricordare, infatti, che i terroristi non sono degli sprovveduti, anzi tutto il contrario. Il loro progetto è ben studiato e messo in atto al momento opportuno.
L’Italia non può né deve stare tranquilla e difatti negli ultimi giorni al Viminale si è riunito il Comitato Antiterrorismo che ha diramato direttive a prefetti e questori per intensificare e rafforzare i controlli e le misure di sicurezza nelle zone più a rischio. Altresì non si può non tenere conto del fatto che, come dimostrato dalle ricerche incrociate e dallo studio dei movimenti terroristici europei, il nostro Paese rappresenta un base di appoggio importante. Non è un caso che il tunisino Amri sia riuscito a tornare in Italia, forse perché nel nostro Paese aveva dei contatti o era per il tramite dell’Italia che voleva raggiungere la Tunisia e farvi ritorno. Lo stesso era avvenuto per il terrorista di Nizza che era stato in Italia fino a qualche giorno prima. Un caso o qualcosa di più? Difficile dare una risposta, ma le forze armate in collaborazione con l’Intelligence studiano da anni casi come questi. Sembrerebbe quindi che il nostro Paese serva come base militare di supporto che garantisce le attività e le operazioni di sostegno e sussistenza delle azioni terroristiche.
Non bisogna però cadere in soluzioni semplicistiche che servono solo a liquidare la questione con una certa rapidità. È da escludere, infatti, che l’Italia sia stata risparmiata perché non è impegnata militarmente in Medio Oriente. A ben vedere, nemmeno la Germania lo è.
Il terrorismo è un cancro che trova sempre nuove forme di espansione. Non si può eliminare perché vive grazie al continuo reclutamento di giovani convertiti al jihadismo. Oltre tutto, il terrorismo degli ultimi anni ha assunto una veste completamente nuova: qualsiasi persona o qualsiasi luogo può essere un bersaglio e quindi diventa ancora più difficile qualunque attività di prevenzione. Nel frattempo l’Europa continua a piangere i suoi morti innocenti e cresce lo stato di allerta. Il nostro Paese non può sentirsi al sicuro perché sa bene che il lupo è al riparo, ma sempre in agguato.
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