Nelle sale dal 22 dicembre, Lion, La strada verso casa è l’ultimo lavoro alla regia di Garth Davis (Top Of The Lake) e narra una storia vera, che ha molto dell’incredibile. E’ la storia di un bambino perduto, una narrazione epica, primordiale, attaccata all’essenza stessa dell’essere umano, il bisogno di trovare la propria origine e sapere chi siamo.
Saroo ha 5 anni, è di Madras, e con i suoi fratelli maggiori, Guddu e Kallu, chiede l’elemosina alla stazione ferroviaria della città. A volte, quando la fortuna gira, Guddu riusce ad ottenere un lavoro come inserviente sulle carrozze; pulisce i pavimenti. Una sera Guddu ottiene un lavoro sul treno da Khandwa a Burhanpur, 70 km più a sud. Saroo chiede di andare con lui e Guddu acconsente. Nel tempo che ci volle a raggiungere Burhanpur, Saroo, stanco per la giornata, si accascia su una panchina del binario. Guddu gli dice di non muoversi, sarebbe tornato di lì a poco. Ma Guddu non torna e Saroo diventa impaziente. C’è un treno parcheggiato in stazione e, pensando che suo fratello sia a bordo, decide di salire su una carrozza vuota. Si addormeta per risvegliarsi in un paesaggio sconosciuto. Il treno era partito e l’aveva portato fino a Calcutta, nell’immensa stazione centrale di Howrah. Saroo era a 1,500 km da casa.
Inizia così un viaggio che terminò solamente 25 anni dopo. A Calcutta fu ritrovato dalle autorità ma non riuscì a spiegare il suo luogo di provenienza. In mente ha soltanto l’immagine della stazione dalla quale è partito. Una coppia australiana lo adotta e molti anni dopo, ormai adolescente, Saroo decide di analizzare una per una, tutte le stazioni ferroviarie dell’India, utilizzando Google Earth.
Con Dev Patel, Nicole Kidman, Rooney Mara, David Wenham e Sunny Pawar, basato sul romanzo “La lunga strada per tornare a casa” di Saroo Brierley, Lion narra una storia incredibile, che non si può inventare. Ha tutte le caratteristiche del grande cinema -avventure, rischi, viaggi attraverso i continenti, viaggi nel tempo. E’ un viaggio profondamente emotivo, un film sulla famiglia, su quei legami profondi che non si dissolvono mai, e che sostengono le nostre vite. C’è anche il lato spirituale, un senso del destino, in una narrazione che parla di speranza.
Insomma tirate fuori i Kleenex perché la lacrima è facile, molto facile.
Photo Credits: Mark Rogers
Fonti: Eagle Pictures