Sliding Doors, un film del 1998 diretto da Peter Howitt dal titolo apparentemente incomprensibile e poco decifrabile: Porte scorrevoli, questa la sua traduzione.
Porte scorrevoli
Nelle prime scene lo spettatore conosce subito la protagonista Helen, interpretata da Gwyneth Paltrow, giovane donna appena licenziata dal lavoro che si dirige frettolosamente verso la metro per tornare a casa dal suo Gerry. Fatto importante: nell’ascensore del suo ufficio incontra James, un giovane che gentilmente le raccoglie l’orecchino. Potrebbe mai essere una metropolitana, presa o mancata, a cambiare il destino di una persona?
Ebbene sì. Il film lancia un messaggio molto chiaro: una metropolitana, il traffico per strada, un contrattempo di qualsiasi genere può stravolgere l’esistenza di qualcuno, migliorandola o peggiorandola drasticamente. Il significato del film sembra essere una morale: la vita è un continuo colpo di scena, avvincente, a volte burrascosa, ma che vale la pena assaporare giorno per giorno.
Due possibilità
Due possibilità: Helen prende la metro, Helen perde la metro. Nel primo caso, ritrova James anche lì e, dopo uno scambio di battute, torna a casa e trova Gerry, il suo uomo, a letto con la ex. Nonostante tutto lei riesce a rifarsi una vita con James, a vivere così un nuovo amore e a rimanere incinta. Va nell’ufficio del suo uomo per annunciargli la notizia e, dopo un disguido che vedeva lui ancora sposato con la ex, i due si chiariscono. Il destino è crudele con Helen: attraversando la strada, viene investita e va in coma.
Nel secondo caso, Helen non riesce a prendere la metro, sale su un taxi come alternativa e, dopo uno scippo, riesce ad arrivare a casa quando ormai l’amante è andata via. Si trova un lavoro da cameriera e dopo poco scopre di essere incinta di Gerry. L’amante del suo uomo rivela tutto: convoca lei e Gerry e comunica loro di essere a sua volta incinta. Helen, stravolta, scappa, corre per le scale e cade.
Lo stesso finale?
La storia alla fine si ricongiunge: entrambe le Helen sono in ospedale, ma il loro destino è diverso. Nel primo caso, Helen muore, nel secondo si risveglia e le viene comunicato di aver perso il bambino. La donna esce così dall’ospedale e in ascensore incontra James, anche lui lì per far visita alla madre.
Lo spettatore è qui rinviato al punto di partenza, con uno sviluppo del film ad anello: anche nel finale la protagonista perde l’orecchino e James gentilmente lo raccoglie. E’ il suo serendipity: una persona, una cosa che si incontra o si trova casualmente, senza averla cercata, ma che stravolge la vita. Helen, nonostante tutto, in tutti i casi, ha James.
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