Mosul, una Ninive di antiche religioni da salvare

“Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta”. Il tremendo monito del profeta Giona sembra echeggiare oggi più attuale che mai per Mosul, nome arabo dell’antica Ninive. Stretta nella morsa delle forze anti-ISIS, curde, turche, irachene sunnite e sciite, la capitale del governatorato iracheno di Ninawa si prepara ad affrontare un lungo e duro assedio. Vitale per il paese iracheno sarà riuscire a evitare una carneficina, che disintegri una delle realtà più varie e storicamente ricche dell’intero Iraq.

Un mosaico sterminato di colori religiosi

Il nord dell’Iraq si è da sempre configurato come una delle aree più varie ed instabili dell’intero paese. Yazidi, cristiani, musulmani sunniti e sciiti, tutti coesistono in questa grande ‘Perla del Nord’, terza città irachena. Sorta sulla riva sinistra del Tigri – l’antica Ninive sorgeva sulla riva destra – la città racchiude una miriade di gruppi etnici al suo interno. Oltre alla numerosa minoranza etnica curda, in Mosul come in gran parte dell’Iraq possiamo trovare musulmani sciiti, gruppo molto folto in Iraq, numericamente secondo solo al limitrofo Iran, nazione sciita per eccellenza. Uno dei luoghi culto più significativi per i musulmani era la moschea di Giona, profeta biblico contemplato anche nel Corano con il nome di Yunus.  Diciamo era, perché ormai distrutta dalla furia dei jihadisti. Se della realtà di curdi e sciiti abbiamo notizie molto più dettagliate, meno invece ci viene detto delle comunità religiosa cristiana (caldea) irachena e di altre realtà estranee ai monoteismi.

La moschea di Giona prima della distruzione jihadista

 

La chiesa caldea

Fu probabilmente san Tommaso, uno dei 12 apostoli, a operare le prime conversioni nella regione dell’attuale monte Sinjar. Egli si mise in viaggio tra 37 e 65 d.C. alla volta della Persia, predicando in tutte le regioni limitrofe. La presenza della comunità cristiana, che fino a pochi anni annoverava 1 milione di fedeli, ora ridotti a meno della metà, è documentabile a partire sin dal II secolo d.C. Chiesa cattolica di rito orientale, ha ora la sua sede a Chicago, pur conservando importanti luoghi di culto in Iraq come la chiesa di S.Giuseppe a Baghdad, oggetto di un attentato terroristico nel Natale 2013.

 

Gli yazidi

Oltre ai cristiani arabi, sono gli yazidi l’altra minoranza etnica ad aver subito i peggiori rovesci ad opera di Daesh. Di etnia prevalentemente curda, gli yazidi – circa 700 000 nella regione – venerano un angelo, Melek Ṭāʾūs, demiurgo creatore del cosmo. Le dottrine dello yazidismo paiono risalire all’età pre-islamica e coniugare elementi di manicheismo, mazdeismo e mitraismo. La natura sincretistica e pre-islamica è il motivo per cui i suoi adepti vengono sterminati senza pietà da ISIS e soci in quanto “infedeli” o “pagani”, non certo di culto islamico.

In ogni caso, in questione c’è una comunità vecchia di almeno 1500 anni da preservare. Così come la città stessa di Mosul, per il suo enorme significato. Storico e religioso, ma soprattutto umano. Perché ci aiuta a comprendere più a fondo la realtà irachena e a rompere i tabù. Primo fra tutti: tutti i musulmani sono arabi? E tutti gli arabi sono musulmani?

 

Credits immagini:

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