Le persone dovrebbero imparare a misurare le parole.
Il loro peso,
la loro importanza,
la loro inimportanza,
Quelli dall’altra parte sembra non sappiano mai quando fermarsi o determinare se è
il caso di procedere nell’annientare l’altro con parole che:
– Grazie ma potevi esser più delicato (?)
– Ora che so cosa ne pensi della situazione devo aspettar 10 minuti così che cambi idea?
– Non puoi continuare a dire A, comportarti da C e fare B.
– Quanto sei incoerente su una scala da 1 a fai pena?
Se vuoi chiudere realmente una situazione scomoda, chiudila e basta,
perché non puoi tirare in mezzo persone che non meritano determinati tuoi atteggiamenti.
Cito, Luigi Tenco in ‘Io sono uno’
“Io sono uno che sorride di rado,
questo è vero,
ma in giro ce ne sono già tanti,
che ridono e sorridono sempre,
però poi non ti dicono mai
cosa pensano dentro.”
Aver paura delle volte è sintomo di qualcosa, alla quale tieni,
se realmente ti importa di una cosa, allora fai sì che non finisca
nella scatola delle cose che si dimenticano.
E parla se c’è da parlare.
Non lasciare che sia qualcun altro a farlo per te, perché nessuno potrebbe dire
quello che davvero vuoi dire tu.
Cito, Luigi Pirandello
”Parlo, parlo, dico sciocchezze,
faccio lo svagato; ma non è vero, sai?
perché osservo tutto io, invece; osservo tutto. “
Certo, la paura che poi questa cosa termini in un brutto modo,
fa più paura che affrontarla, a volte preferiremmo non esporci solo,
per lasciare le cose come stanno, e rimanere nascosti nell’ombra.
Ma poi che farci ?
Nulla, assolutamente nulla.
Meglio completarsi,
che rimanere incompleti.
Comunque, chiamami, chiedimi ora cosa penso, non sarò confusa e non dirò
“boh, non lo so, niente davvero”.
Ora so cosa dirti.
Chiamami e chiedimi.
In definitiva, cito, Raymond Carver,
“Le parole, sono tutto quello che abbiamo,
perciò è meglio che siano quelle giuste, con
la punteggiatura nei posti giusti, in modo che
possano dire quello che devono dire nel modo migliore.”
Chiamami,
chiedimi.