Di Michele Meroni
Un’armata perduta. Soldati sperduti in lande deserte, ai confini del mondo conosciuto. Il tema dell’avventura di un manipolo di coraggiosi che sfida l’ignoto è da sempre suggestiva per la fantasia umana. Tanto più se basato su fatti storici veri come la marcia dei Diecimila di Senofonte – o a volte, romanzati per risultare più affascinanti. In questa categoria rientra la presunta marcia che avrebbe portato i soldati romani, superstiti della disfatta di Carre contro i parti, fino in Cina. è la storia della “legione cinese”.
Da Carre in Cina: l’ipotesi di Dubs
Tutto nasce dal racconto dello storico greco Plutarco. Secondo il resoconto della vita di Crasso nelle Vite Parallele, 5.000 soldati romani riuscirono a sfuggire alla morte nella disfatta del triumviro – con Cesare e Pompeo – contro i Parti. Non fecero mai più ritorno a Roma. Ma allora, dove finirono tutti questi legionari?
Nel 1955 il sinologo americano Homer Hasenpflug Dubs formulò l’ipotesi che le truppe romane fossero arrivate a Liqian, città dello stato di Gansu, sulla via della Seta nel nord della Cina, il cosiddetto corridorio di Hexi. Questa ipotesi sarebbe corroborata dalla struttura tipicamente a cardo e decumano della città, circondata da mura quadrangolari e irrigata nello stesso modo dei castra romani. Altri studiosi hanno fatto però notare che tale struttura era da rintracciare anche nelle fortificazioni delle città cinesi di età Han.
L’ipotesi di Dubs è che i legionari, catturati dai Parti, siano stati portati nelle vicinanze di Taskent, capitale unna e città dell’impero dei parti. Nel 36 a.C. le fonti cinesi di epoca Han (65 a.C. – 200 d.C.) riportano la cattura di truppe straniere durante la presa della città: per lo studioso americano, i soldati sarebbero i legionari superstiti che sarebbero stati successivamente deportati seguendo la via della Seta fino alla provincia di Gansu.
L’ipotesi genetica
Nei decenni successivi gli scienziati dell’università di Langzhu hanno esaminato il DNA delle persone del villaggio di Liqian, che alcuni pronunciano Lijan, apparentemente dal latino legio, legione. Il 58% totale del patrimonio genetico della popolazione – insieme a numerosi tratti somatici – presenta il marker M45 o il marker M173, tipico dei geni delle popolazioni europee. Gli scienziati sono però cauti al riguardo: potrebbero anche trattarsi di discendenti di antichi mercanti europei, che sappiamo aver operato nell’area. Tuttavia, l’ipotesi di una legione trapiantata nella regione di Gansu dagli Han è ancora viva.
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Fonti:
http://www.romanoimpero.com/2013/01/la-legione-cinese.htmlhttp://www.mondocina.it/index.php/notizie/societa/680-cina-e-roma-scavi-archeologici-per-ritrovare-la-legione-di-crasso.html