Questa primavera, spinto da uno strano incontro di noia e curiosità, ho provato il social network per scrittori in erba “Wattpad”. Wattpad, come detto, è un social network dove si possono caricare le proprie “storie”, che siano romanzi, saggi o poesie, protette da copyright, e dove si possono leggere tutte quelle della community. Il sito è ben organizzato: fra tag, categorie, generi ed info varie è facile circondarsi soltanto di ciò che si vorrebbe leggere ed evitare di finire nel poco interessante sottobosco delle fan fiction o dei racconti erotici adolescenziali. Anche se questi due generi occupano il 90% dell’offerta. Quindi perché parlo di “triste esperienza”? Perché il problema non è il sito in sé ma, come spesso succede, chi lo popola.
Sorvolando sulla già citata selva di racconti di infima qualità, io mi sono concentrato sulla sezione poetica, poiché mi accingevo a pubblicare le mie poesie. Alla sorpresa iniziale causata dalla grande quantità di raccolte trovate è subentrata una immensa delusione: erano pessime. Una più dell’altra. Ma questo non avrebbe dovuto stupirmi. Siamo in uno dei periodi di più alta produzione letteraria della storia e gli scrittori top-sellers sono Volo e Baricco, quindi niente di strano. Iniziai però a capire la sostanza del problema pubblicando le mie poesie e addentrandomi nella community.
Iniziai a leggere i commenti sotto le mie poesie o quelle dei miei amici: la quasi totalità di questi poteva essere riassunto in “è bellissima, mi hai emozionato”. Cosa? Come, scusa? All’inizio devo dire che era piacevole ricevere tutti questi complimenti, ma ben presto ci si rende conto di una loro discreta inutilità. Non voglio peccare di superbia, ma fare un ragionamento culturale: un social network per scrittori non dovrebbe avere principalmente lo scopo di permetterne l’aggregazione e lo sviluppo, magari tramite il confronto e l’aiuto reciproco? Per quanto sia bello per l’autostima sapere di aver emozionato utente x non mi aiuta granché, o per niente, nella mia ricerca poetica. E poi, siamo seri, “mi hai emozionato”, veramente? Io ricordo ancora la mia insegnante di italiano delle elementari dire che non possiamo dire che un film ci ha emozionato perché non vuol dire niente, poiché rabbia, disgusto e riso sono ugualmente emozioni. Se gli aspiranti scrittori italiani, una potenziale futura classe intellettuale del nostro paese, si esprime così, che il Cielo abbia pietà delle nostre anime.
Altro esempio: ho partecipato ad un contest letterario sul sito con una poesia su una storia andata male. La poesia è stata apprezzata ed ha ricevuto una trentina di commenti. Almeno 25 di questi dicevano la stessa cosa: “Che bello il distico centrale”. A prescindere dal fatto che venticinque persone su trenta abbiano pensato esattamente la stessa cosa, di per sé inquietante, mi ha stupito il caso particolare. Il distico centrale è probabilmente la parte più banale, non necessariamente brutta, della poesia, e recita “sono così belli gli amori / mai sbocciati”. Sono versi che possono piacere e colpire, ma mi pare assurdo che nessuno li abbia mai letti altrove. Io stesso che li ho scritti mi rendo conto che sono una rielaborazione di altri versi letti mille volte, basti pensare a una qualunque poesia di Keats, poeta di fama indiscutibile. E questo mi ha illuminato: queste persone non leggono. Risolto il problema inspiegabile della banalità e bruttezza di ciò che leggevo. Non leggono. I probabili scrittori di domani non leggono. Andiamo bene.
Per avere ulteriore prova di ciò ho deciso di cercare le raccolte più lette del sito. Il poeta maggiore di Wattpad, che conta 120mila visualizzazioni sulla sua raccolta, dice, in una delle prime poesie e con più click, “Naviga sul fiume solitario. / Conduci la tua nave con cautela. / Poiché le rocce in fondo alla cascata. / Fanno sembrare la morte bellissima.” (I versi sono di un americano e li ho tradotti io) Complimenti, davvero. Circa ogni verso penso di averlo già letto da un’altra parte, possiamo sorvolare sulla banalità del concetto, e grande colpo di genio per i versi che sono frasi concluse. L’intera raccolta è così. Ogni verso corrisponde a una frase. Evidentemente la metrica non è di casa. E questo è il poeta più letto del sito che dovrebbe lanciare i poeti e gli scrittori del domani.
Permettetemi di essere un tantino preoccupato.