di Alessandro Cirotti
Il primo Ottobre 2016, con Torino-Fiorentina e Milan-Sassuolo, sono iniziate le sperimentazioni per la moviola in campo in Serie A. Infatti, dopo aver superato alcune selezioni, l’Italia e la Francia sono le Nazioni scelte per intraprendere questo progetto lungo due anni che porterà a regolamentare la moviola in campo in tutte le sue sfaccettature. In questo momento siamo alla prima fase: per “sperimentazione” si intende un’applicazione della moviola formato blind, ovvero tutti sanno che c’è, ma nessuno può interagire con essa.
Attualmente si sta testando il sistema del VAR(Video Assistant Referees) che può far pensare al basket ed al suo Instant Replay: si tratta di una giuria di arbitri collocati all’interno dello stadio, i quali comunicano con il giudice di gara tramite auricolare e lo aiutano nelle decisioni in tempo reale.
Le situazioni in cui il VAR può modificare l’andamento della partita sono limitate e non è consentito, come invece accade nella pallavolo, richiedere l’intervento del VAR da parte delle due squadre, ma è tutto a discrezione dell’arbitro, che mantiene anche la parola ultima su ciò che vede nei video.
Quindi, scendendo nel dettaglio, le situazioni di gioco di competenza del VAR sono quattro: scambio di persona nell’assegnazione di un cartellino, quindi evitare che vengano assegnati cartellini alle persone sbagliate; regolarità di un goal momentaneamente convalidato, ovvero la verifica che l’azione che porta al goal sia priva di infrazioni; il controllo del punto in cui è avvenuto il fallo che ha provocato un calcio di rigore, quindi la verifica che il fallo avvenga dentro l’area; ed infine la correttezza nella decisione di un arbitro di assegnare un cartellino rosso, per evitare di compromettere una partita intera con una svista arbitrale.
L’arbitro quindi informa i colleghi del VAR della presenza di un’azione da rivedere, ma può anche avvenire il contrario, ovvero sia il VAR ad avvertire l’arbitro di una situazione non chiara. Questa viene rianalizzata sullo schermo, grazie quindi a replay in slow motion ed ad inquadrature grazie alle quali è più semplice prendere una decisione, e viene comunicato il verdetto al giudice di gara; in questo momento ha la possibilità di prendere due tipi di decisione: accettare la proposta del VAR oppure vedere in prima persona le immagini e decidere di testa propria, non intaccando quindi la centralità dell’arbitro all’interno delle decisioni di gioco.
Non siamo gli unici in ritardo però, il movimento calcio internazionale, quindi UEFA, FIFA e così via, ci tiene buona compagnia: per quale motivo siamo nel 2016 ed ancora non è stata introdotta la moviola in campo?
E’ una pratica che esiste con successo in molti sport: l’Instant Replay nel basket, il Falcon Eye nella pallavolo, la TMO (Television Match Officials) nel rugby. Non per dire che questi sistemi siano perfetti, ma sicuramente hanno reso questi sport più giusti e con meno polemiche: non siamo stanchi di dover assistere a scene pietose come le interrogazioni parlamentari riguardo uno Juventus-Roma?
Inoltre non esistono reali controindicazioni, infatti la grande opposizione conservatrice si basa principalmente sul problema del rallentamento del gioco, eppure per come è strutturata ora la moviola, essa interverrebbe unicamente in situazioni di gioco già ferme (goal, calcio di rigore, assegnazione di un cartellino), e che quindi modificherebbe principalmente il modo in cui si dovrebbe riprendere il gioco, con un grande vantaggio: la decisione presa prima dell’interruzione sarebbe corretta, e ci risparmierebbe giorni, o talvolta mesi, di polemiche inutili.
Forse un simile cambiamento potrebbe togliere un po’ di sapore a quelle partite di calcio che duravano ben oltre il tempo di gioco; quelle dispute che accendevano gli animi nel decidere se quel fuorigioco segnato fosse corretto o meno, per non parlare dei falli da rigore. C’è sicuramente un calcio che non esiste più e forse un nuovo capitolo di questo gioco passa per due arbitri che si consultano dietro uno schermo.