Di Cosimo Bagnai
In questi giorni ha fatto molta notizia l’atterraggio fallito del piccolo lander Schiaparelli, facente parte della missione Exomars dell’ ESA, l’Agenzia Spaziale Europea. Sotto i principali siti di informazione scientifica che riportavano la notizia, sono piombati commenti al veleno di immancabili predicatori, pseudo-scienziati che dall’alto della propria ignoranza sostenevano quanto fossero inutili le missioni spaziali, e quanto ci fosse l’urgenza, piuttosto, di dirottare gli investimenti su cause più ‘nobili’ come la lotta alla fame in Africa, et similia.
Spesso la maggior parte delle persone che si prestano a questo tipo di commenti, non sono minimamente in grado di reggere un confronto d’opinione, né sono in grado di argomentare le proprie idee in maniera civile senza sfociare nella più classica delle discussioni becere che solo Internet ci può regalare. Infine, solitamente tali soggetti sono coloro i quali credono fermamente a pseudo-teorie come quella delle ‘scie chimiche’, credono che qualunque tipo di evento mediatico sia un complotto ordito dai potenti per non meglio precisati scopi economici e non, e nel fatto che la Terra sia piatta. Esattamente, proprio così: esiste gente che, nel 2016, è fermamente convinta che la Terra sia piatta; basta cercare un po’, nel qual caso si fosse curiosi, in giro per la rete, per imbattersi in gruppi vari in cui si contesta in ogni modo possibile le inattaccabili certezze della rotondità del nostro pianeta, con argomentazioni degne del miglior horror-movie di serie Z.
La ricerca spaziale rappresenta da sempre una caratteristica, un impulso, proprio dell’uomo, fin dai tempi più antichi: ovvero la sua naturale curiosità per ciò che lo circonda, per ciò che non conosce, per ciò che sfugge ai suoi poteri. E quindi siamo, per istinto, tentati a spingere il naso all’insù e a scrutare le stelle, a cercare di colonizzare quello che è ‘altro’, vuoi che sia, dal punto di vista di noi europei, l’America, vuoi che sia un immenso ammasso di rocce, quale è il nostro satellite, la nostra Luna.
La missione Exomars, definita come un insuccesso dagli zoticoni del web, in realtà è stato proprio il contrario, in quanto l’obbiettivo primario era innanzitutto quello di analizzare i gas atmosferici e la mappatura delle loro fonti attraverso il Trace Gas Orbiter (TGO), e solo in secondo luogo testare le tecnologie provando a far ‘ammartare’ il lander Schiaparelli, che per 5 minuti su 6 si è comportato come previsto.
Perché andare nello spazio dunque? Perché non dirottare i tanti milioni spesi magari per le persone che soffrono la fame nel mondo?
Queste sono tutte domande a cui si può rispondere molto facilmente. Si tratta di tematiche e problematiche differenti, innanzitutto. Escludere l’una per l’esistenza dell’altra, non ha nessun senso, è una questione puramente logica. Moltissime tecnologie che usiamo tutti i giorni, inoltre, sono frutto degli intensi studi compiuti dalle grandi agenzie spaziali per far fronte a molti problemi che nello spazio sono ingigantiti. Proporre una lista esauriente di tutte queste tecnologie è di fatto impossibile, essendo vastissima. Si pensi, per citarne alcune, allo sviluppo informatico di massa di fine anni 80′, al materiale ignifugo dei pompieri, alla fotocamera di molti megapixel che ogni cellulare oggi possiede, migliorata col tempo per essere utilizzata in maniera ottimale dalle sonde orbitanti; al controllo in remoto di qualunque apparecchio (si pensi a tutti i cellulari moderni), ai pannelli solari, addirittura ai sistemi di filtraggio dell’acqua che potrebbero tanto servire alla “gente che muore di sete in Africa”.
E per quanto riguarda lo scandalo per il costo dei molti satelliti o rover che vengono progettati (si parla di decine e a volte anche centinaia di milioni di dollari/euro), basterebbe solo pensare che la sola guerra in Afghanistan e in Iraq da parte dell’America, in dieci anni, ha avuto un costo di più di 3000 miliardi di dollari (senza contare la perdita di vite umane), mentre i soldi destinati alla NASA risultano essere dello 0,2 % del PIL del paese (15 miliardi). Perciò, gli investimenti futili da contestare, nel caso, sarebbero altri.
Si potrebbe continuare all’infinito o quasi nell’elencare i motivi per cui investire nello spazio non è solamente un capriccio del potente di turno, ma ci fermiamo qui. Non si può quindi che sbuffare perché ci sono persone troppo pigre mentalmente per informarsi davvero sulle cose, che si arrogano il diritto di essere superiori e sminuire quello che grandissime menti continuano a fare per noi con commenti davvero privi di moralità. Ma ci saranno sempre persone così, e la storia insegna: non furono infatti molto criticati gli studi sulle correnti, che poi avrebbero portato al diffondersi della luce in casa e dappertutto?
Fonti: Focus, Scienza Natura, IlPost