di Serena Terruzzi
L’8 luglio 2016 ha finalmente riaperto i battenti il rifugio Gabriele Boccalatte-Mario Piolti, questo è il suo nome completo, che sorge a 2803 metri di altitudine su uno sperone roccioso a picco tra i ghiacciai di Planpincieux e delle Grandes Jorasses, in val Ferret (AO). Il rifugio è stato costruito nel 1881 e si narra che Edward Whymper, lo scalatore inglese del Cervino e del Grandes Jorasses, abbia individuato e successivamente segnalato il luogo dove costruirlo.
Si tratta dell’unico punto di appoggio sul versante italiano del Grandes Jorasses, infatti durante i primi anni di attività il rifugio era noto anche con il nome di Capanna delle Grandes Jorasses, e solo successivamente è stato dedicato alla memoria dei due alpinisti morti in cordata e massimi esponenti torinesi dell’alpinismo degli anni Trenta. Il rifugio, di proprietà della sezione di Torino del Club alpino italiano, è rimasto chiuso per parecchi anni a causa di una serie di sfortunate coincidenze, tra le quali un’ordinanza del sindaco del comune valdostano di Courmayeur che ha bloccato il sentiero di accesso per presunta pericolosità di un tratto. Inoltre all’inizio 2014 l’intera area è stata messa in sicurezza in seguito a un grosso distacco del Seracco Whymper.
L’idea di dare una nuova vita al rifugio nasce nel 2013 quando Franco Perlotto, guida alpina reduce da 26 anni di missioni in zone di guerra e da una défaillance fisica, contatta il CAI alla ricerca di un rifugio da prendere in gestione. L’allora presidente del CAI di Torino propone a Perlotto una sfida: ripulire e riaprire il Boccalatte. La risposta positiva di Perlotto non si fa attendere, le pratiche per verificarne la sicurezza vengono avviate subito e il comune, dopo i debiti rilevamenti, decide di revocare l’ordinanza.
Il rifugio, dopo molti anni di chiusura e una totale assenza di manutenzione, ha perso tutte le licenze commerciali, l’agibilità e le autorizzazioni sanitarie. Inoltre è stato trasformato in un deposito di immondizia da parte di alpinisti che l’avevano riempito con ogni sorta di rifiuto: per ripulirlo sono state riempite sette big bag, gli enormi contenitori bianchi per il carico degli elicotteri.
Nel 2015 sono iniziati i lavori di messa in sicurezza e ammodernamento della struttura: posa delle vasche biologiche, pozzetto per la raccolta dei grassi, messa a norma dell’impianto elettrico e potabilizzatore dell’acqua a raggi UV e consolidamento del muro portante della terrazza che viene utilizzata come luogo di scarico per i materiali trasportati in elicottero. Si è trattato di manovre estremamente difficili e pericolose, realizzate da una squadra specializzata e dotata di imbraghi e corde.
Dopo una stagione di lavori, nel 2016 il rifugio ha potuto riaprire le proprie porte agli alpinisti che non si sono fatti attendere a lungo. È iniziato così un susseguirsi di arrivi: i professionisti della montagna sono tornati a percorrere le vie aperte dai grandi alpinisti del passato e il Boccalatte ha iniziato la sua nuova, e si spera anche lunga, vita.
Frase FB: A 2803 metri di altezza si trova il rifugio Boccalatte, unico punto di appoggio sul versante italiano delle Grandes Jorasses. Dopo anni di chiusura e degrado, nel 2016 ha riaperto tornando a nuova vita.
Fonte:
- Montagne 360°, rivista ufficiale del Club Alpino Italiano, N°50/2016.
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