Sono arrivata da “Ghe sem” durante una pausa pranzo. Un po’ per caso, un po’ perché ero curiosa di provarlo dato che avevo cliccato mi piace sulla pagina Facebook; volevo capire se il tutto meritava il mio pollice alzato.
“Ghe sem” in milanese significa “ci siamo” ma potrebbe –con un po’ di fantasia- ricordarci una parola orientale. Il posto infatti unisce la tradizione fusion ad ingredienti italiani ed è “famoso” per i suoi Dim Sum.
I Dim Sum, in Cina, sono piccole pietanze da consumare con il tè.
A Milano diventano ravioli da accompagnare ai cocktail. Questi ravioli li trovate, oltre che in veste classica con gamberi- carne o verdura, rivisitati secondo quelli che sono gusti un po’ più mediterranei.
Propongono anche una selezione per i veg-addicted con asparagi e patate, spinaci e besciamella e scamorza e funghi. Roba che se lo sapesse Giovanni Rana mi entrerebbe in depressione.
Io ho ordinato i ravioli alla fassona e cipolla caramellata, all’ossobuco e zafferano e all nduja e mascarpone (della serie poi non ti lamentare se non ti puoi permettere il body di velluto dentro i pantaloni) ma ovviamente quello che mi è piaciuto di più è stato quello al gambero furbamente ordinato dal mio dirimpettaio.
Essendoci stata a pranzo non ho potuto accompagnare i miei leggerissimi Dim Sum con un cocktail (la Sue Ellen che vive in me evidentemente stava riposando) ma so per certo che meritano. Di seguito qualche proposta: il Mulo di Milano (gin, liquore alla mela verde, ginger beer e profumo di assenzio), il Wasabi Mary (una rivisitazione del Bloody Mary con sakè, lime, wasabi e salsa di soia), il Chinese Whisper (vodka al limone, liquore al lichis e sciroppo di zenzero) e un particolarissimo Cha No Yu (gin aromatizzato al tè e liquore al passion fruit).
L’atmosfera è moderna e carina e la via dove risiede -Vincenzo Monti-i è una vera chicca di Milano.
Ecco, sul conto, devo ammettere che “Ghe Sem” minga trop. Un po’ eccessivo.