Non ho mai capito le precedenze.
Un vita passata dietro agli incroci
aspettando che si svuotassero.
Vedermi sfilare davanti auto dopo auto
mi ha insegnato cos’è la pazienza,
anche se è una virtù che non è di grande aiuto
se sai cos’è una precedenza.
Destra, sinistra, non fa differenza
se hai deciso di partire per ultimo,
in attesa dietro la linea bianca
disegnata sull’asfalto nero,
incurante dei clacson e degli insulti
degli automobilisti in fremente attesa.
Frena, rallenta, accelera, cambia marcia,
frena, riparti, ferma ancora, sorpassa.
Una vita così non l’ho mai capita.
Troppo stress, troppa fatica.
Tanto prima o poi tutti gli incroci si svuotano.
Basta solo essere abbastanza forti
per sopportare i colpi di questa vita dinamica,
che vuole il cambiamento tuo
ancora prima di essere riuscita
a portare a termine il cambiamento suo.
Ma se vuoi arrivare primo, le precedenze
non puoi nemmeno permetterti di vederle.
Devi correre talmente veloce
da non vedere niente, da non avere paura di niente.
Cosa vuoi che sia un incidente?
Un piccolo rallentamento,
un cambio di percorso,
una gamba rotta.
Non mi serve per guidare, la posso anche sacrificare.
Non sono adatta a questa vita veloce,
continuerò a fermarmi a tutti gli incroci,
anche quando non serve.
La mia è paura di sbagliare
la vostra è paura di rallentare.
Quale delle due è meglio?
A voi la scelta.
Di sicuro nel mio caso non serve studiare
a memoria tutto il codice stradale.