La maggior parte di voi sa sicuramente andare in bicicletta, o comunque ha provato a salirci almeno una volta. E diciamo che dopo un po’ non è che sia il massimo della comodità. Le gambe sudano, l’inguine sfrega contro i pantaloni e anche la sella ci mette del suo. Pensate a chi passa ore in bicicletta, perché atleta professionista, appassionato di ciclismo o semplice fattorino di Foodora. Il problema qui non è l’acido lattico nelle gambe, ma sta un po’ più in su.
La domanda è: la bicicletta può causare disturbi sessuali? Ni. Pedalare non implica necessariamente perdere la propria virilità, ma spesso non aiuta nemmeno, anzi. Sono stati fatti alcuni studi a riguardo, pubblicati sul The Journal of Sexual Medicine, che cercano di fare chiarezza sull’argomento. Effettivamente, andando in bicicletta, il perineo si carica di un peso maggiore di quello a cui è normalmente abituato. Si tratta di una zona delicata, sede di alcune importanti strutture anatomiche quali arterie, l’apparato urinario e quello genitale. Questa compressione può causare formicolio o anche dolore al pene ma può arrivare a compromettere l’erezione. Il dottor Irwin Goldstein, direttore del San Diego Sexual Medicine, sostiene che ciò può avvenire anche nei giovani, mentre secondo il Massachusetts Male Aging Study sarebbero più a rischio gli uomini che praticano ciclismo per più di tre ore a settimana.
Ma il problema non riguarda solo gli uomini. Ovviamente anche per le donne vale il discorso della compressione della zona perineale. Sempre dalle pubblicazioni del The Journal of Sexual Medicine è stata evidenziata la diminuzione della sensibilità genitale nelle donne che praticano ciclismo a livello agonistico. Uno studio del 2012 della International Society for Sexual Medicine ha dimostrato come questa problematica sia collegata all’altezza del manubrio. Infatti, se il manubrio è posizionato più in basso rispetto al sellino, aumenta la pressione sul perineo e di conseguenza diminuisce la sensibilità genitale. Questo stesso studio afferma la necessità di ulteriori ricerche, ma di fatto una modifica dell’assetto della bicicletta può già alleviare questo genere di neuropatie.
Tornando agli uomini, oltre ai classici metodi per proteggere le parti intime, come indossare pantaloncini imbottiti, applicare creme contro le irritazioni da sfregamento e migliorare la postura, da Cincinnati viene una nuova soluzione. Un’equipe della Divisione di Ricerca e Tecnologia Applicata del National Institute for Occupational Safety and Health, capitanata da Steven Schrader ha analizzato un gruppo di poliziotti che, per lavoro, usa la bicicletta ventiquattro ore alla settimana. Al termine dello studio, è uscita una pubblicazione dal titolo “Cutting Off the Nose to Save the Penis”, tagliare il naso per salvare il pene. Nome strano per una ricerca sulla disfunzione erettile. Ma sopratutto, cosa c’entra il naso col pene? La verità è che gli studiosi si riferiscono al naso della sella, ovvero alla parte anteriore sporgente, quella che dà più fastidio e causa i vari problemi sopracitati. Quindi, usando una sella diversa, appunto una sella senza naso, diminuirebbe la pressione sulla zona perineale. In questo modo, trattandosi per lo più di problematiche temporanee e reversibili, i disturbi sessuali legati ala bicicletta verrebbero meno. Ma, secondo il dottor Goldstein, non si può essere dei ciclisti competitivi ed essere al tempo stesso protetti dalla disfunzione erettile, perché, se è vero che la sella senza naso può essere efficace per dei poliziotti, i professionisti della bici hanno bisogno di quell’appendice tra le cosce per avere migliori prestazioni.
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