Di Martina Ludovisi
09 settembre 2016, ore 01:51. E’ partita. La sonda spaziale OSIRIS-REx impiegherà due anni per trovare ciò a cui dà la caccia, l’asteroide Bennu (dal nome del dio egiziano della rinascita), che ogni sei anni si avvicina alla Terra con i suoi 560 metri di larghezza. Ha una possibilità su 2700 di impattare con il nostro pianeta (tra il 2169 e il 2199), ma non è solo questo che ha portato i ricercatori della NASA a inviare la sonda.
Gli asteroidi, residui del famigerato Big Bang che ha dato origine al tutto, sono essenziali per ricavare informazioni sull’origine della vita.
La missione è stata ribattezzata Osiris, come il dio egiziano della morte, non solo perché l’asteroide è potenzialmente pericoloso ma anche perché spesso Osiride è associato al concetto di rinascita.
Rinascita che l’analisi del campione, prelevato dalla sonda, potrà riportare sulla Terra.
Possiamo trovarci ad un punto di svolta: se le ipotesi degli scienziati saranno confermate, in futuro, si potranno utilizzare gli asteroidi come stazioni di lancio per missioni di esplorazione spaziale a più lunga gittata, una proiezione nel futuro che farà sembrare ormai passati i film fantascientifici.
Eppure nessuno ne parla. Per non alimentare false speranze? Per una nuova corsa ai carburanti senza i disturbi dell’opinione pubblica? Ma no! Certamente stiamo sbagliando.
Se non fosse che l’automobile a zero emissioni è già una realtà da anni, ma nessuno lo sa.
Se non fosse che, da sempre, tutte le conoscenze sulle energie alternative vengono insabbiate attraverso un sistematico discredito a livello mass-mediatico e istituzionale!
Gli obiettivi della sonda sono comunque vari: l’analisi del campione potrà dire se sono presenti acqua e molecole organiche, attestare o meno la presenza di elementi ormai rari sul nostro pianeta ma necessari alle industrie, e conoscere l’effetto YORP (che dà quel movimento poco prevedibile agli asteroidi).
Niente paura! Abbiamo comunque oltre 150 anni per decidere se Bennu rappresenta davvero una minaccia per il nostro pianeta, e intanto, conoscere meglio questo lontano nemico, individuando le sue proprietà che, a quanto pare, non sono tanto diverse dalle nostre.