Il fantasma di Canterville e altri racconti di Oscar Wilde

Un classico è sempre un classico ed è per questo che va letto almeno una volta nella vita. Alcune opere, per destini strani e crudeli, finiscono per passare in secondo piano rispetto ad altre annoverate, invece, tra i grandi capolavori di sempre. È il caso, forse, dei racconti fantastici dell’eclettico Oscar Wilde.

Quando Wilde scrive i suo primi racconti fantastici è all’inizio della sua carriera letteraria. L’autore inglese è esuberante, pieno di attese e di conferme per le sue poesie e i suoi primi racconti, alcuni dei quali vennero pubblicati a sue spese. La fortuna volle che Wilde incontrò presto il parere positivo delle riviste, che in quegli anni pubblicavano racconti e romanzi a puntate. I suoi primi racconti (Il fantasma di Canterville, Il delitto di Lord Arthur Savile, La sfinge senza enigmi e Il milionario modello) furono così pubblicati, tra il 1887 e il 1889, su alcune delle principali riviste londinesi come Court and Society , The World e Blackwood’s Magazine.

Oscar Wilde è ancora lontano dagli scandali che caratterizzeranno la sua vita e la sua carriera; sono questi gli anni del matrimonio “felice” con Constance Lyod dalla quale Wilde ebbe due figli e a cui i racconti furono, se non tutti, almeno in parte indirizzati. Nonostante il suo temperamento eccentrico e la sua personalità decisa, Wilde vive ancora nell’ombra del bel mondo vittoriano, da cui però prenderà presto le distanze. I suoi racconti giovanili, infatti, contengono quelli che possono essere considerati come i germi della sua rivolta personale e sociale, quella rivolta che lo consacrerà tra gli artisti più eccentrici della storia.

Lo scrittore londinese dà, dunque, prova in questi racconti di avere grandi doti di storyteller. D’altronde, Wilde era solito conversare a lungo e raccontare storie durante le cene o gli incontri nei cafè e nei salotti inglesi, di cui fu sempre un assiduo frequentatore.

I risultati sono dei racconti unici, brillanti, ironici e fantasiosi nei quali Wilde dimostra non solo di essere un ottimo narratore, ma di riuscire a tenere alte le aspettative del pubblico e a intrattenere il lettore creando trame originali e umoristiche. Ma l’autore non manca di trasferire nei suoi racconti le riflessioni sulla sua epoca; prende di mira canzonandola la borghesia e l’ipocrisia e la finzione del mondo vittoriano, purista e conservatore, pronto a gridare allo scandalo. L’abilità narrativa di Wilde trapassa il semplice genere del fantastico: in questi racconti, infatti, l’ironia si mescola all’orrore, il sublime al patetico creando storie che travalicano le differenze di genere.

Così, Il Fantasma di Canterville, va oltre il racconto gotico e si dipinge di una grande ironia con la quale lo scrittore mette in ridicolo sia l’ostinato pragmatismo americano sia l’eccessivo snobismo inglese. Ed è in virtù di questa costruzione, che il fantasma di Canterville muove più a compassione che a orrore, mentre sono i personaggi a inquietare il lettore: materialisti, insensibili e perfino presuntuosi. Un significato ancora più profondo e raccapricciante nasconde il racconto che ha come protagonista Lord Arthur Savile. Questi, saputo da un chiromante di essere destinato a compiere un delitto, si darà da fare per realizzare l’atroce profezia. L’omicidio diventa quasi un dovere per lui, soddisfatto il quale potrà sposare la donna che ama e vivere una vita serena: siamo, dunque, di fronte a un paradosso.

La sfinge senza enigmi e Il milionario modello, invece, introducono il tema, tanto caro a Wilde, della superiorità dell’arte rispetto alla vita. È l’arte ad imitare la vita e non il contrario. Il tema troverà pieno compimento all’interno del Ritratto di Mr W.H, in cui le vicende legate alla dedica dei sonetti di Shakespeare, si trasforma in una storia di falsificazioni e suicidi, in cui realtà storica e critica letteraria si mescolano indissolubilmente.

Possiamo dunque concludere dicendo che in questi racconti si intravede certamente il volto più maturo di Oscar Wilde. Pertanto, è difficile prescindere dalla lettura di queste storie: argute, bizzarre ma intrise di riflessioni morali e aspre critiche nei confronti della società del tempo. I racconti fantastici sono formalmente semplici e brevi perché, da buon amante del principio dell’art for art sake, Wilde vuole anzitutto divertire e intrattenere il suo pubblico. Ma, forse, vale la pena leggerli una seconda volta e andare più a fondo!

 

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