La mostra “Altri animali”, promossa dall’Associazione Le Belle Arti, nel solco del progetto Artepassante, e curata da Elisabetta Longari, non solo permetterà la riflessione sul rapporto uomo-animale, ma anche al pubblico di visitare alcune delle strutture più importanti di Milano e scoprirne la loro poesia, storica e architettonica, per creare una nuova metodologia di diffusione dell’arte e della cultura nel nostro territorio.
Tra le varie location che ospitano la mostra troviamo quella di Palazzo Trivulzio (Locate di Triulzi), che accoglierà il pubblico in data sabato 22 ottobre alle ore 17.
Questa struttura ha una storia molto interessante, simbolo della forza di una donna, Cristina Trivulzio, patriota, filantropa, politica, benefattrice di questo luogo che ha riconosciuto il merito di un vero e proprio riscatto sociale.
Il Palazzo di Cristina Trivulzio di Belgiojoso, che in origine era un castello, sorge nel centro storico di Locate di Triulzi. La sua costruzione iniziò presumibilmente nel XIII secolo e venne acquistato e bonificato, con l’affermarsi dell’età comunale, dalla famiglia Trivulzio appunto. Successivamente, tra la fine del Settecento e la prima metà dell’Ottocento, subì le maggiori trasformazioni.
Ha un’area, detta “nobile”, che rappresenta il primo nucleo edificato e include il torrione dell’antico castello e una “rustica” riservata allo svolgimento delle attività agricole. Nella corte erano distribuite le case coloniche e sul lato nord predominavano le scuderie.
Cristina, morta nel 1871 e sepolta a Locate,fu la figura cardine nella storia del palazzo, si dimostrò donna tenace e combattiva e diede vita a opere quali l’asilo infantile, la scuola elementare, le due scuole superiori. Riuscì a trasformare il palazzo in un falansterio, aprì il parco antistante la facciata principale e inglobò il giardino nell’attuale Piazza della Vittoria.
La nostra mostra è stata allestita negli spazi che corrispondevano alle case coloniche, questo perché, come tutti i luoghi del palazzo, anche questo rimanda alla storia stessa del luogo, a ciò che avveniva al suo interno, e a seconda della rappresentazione viene scelta la location migliore perché il messaggio arrivi nel modo più efficace possibile. Così oggi, grazie soprattutto a queste iniziative, il palazzo è aperto al pubblico, in modo che possa essere conosciuto per la propria storia e importanza.
Questa mostra è stata articolata in più strutture sia per creare sinergie con le varie realtà culturali, artistiche e formative presenti nel nostro territorio (e quindi permettere l’interesse verso luoghi molto importanti ma la cui conoscenza viene poco approfondita), sia per riflettere sul rapporto uomo-animale, come già affermato inizialmente. L’Associazione Le Belle Arti da sempre si occupa di temi riguardanti il rapporto tra l’uomo e qualcosa altro a lui stesso.
Questa è oltretutto un’occasione per portare la cultura fuori dal suo “habitat naturale”, riscoprirne il senso sotto altre vesti e da altri punti di vista, sensibilizzare visitatori e cittadini, residenti e non, creare sinergie culturali grazie ad una serie di eventi collaterali come conferenze o spettacoli musicali e artistici.Quindi pare evidente che questo evento introduca una nuova e originale metodologia di diffusione dell’arte e della cultura sul territorio.
La mostra nasce con l’intento di far riflettere, sottolineare quanto l’uomo abbia un rapporto ambiguo e molto spesso malato con il mondo animale. È un problema particolarmente insito nella società occidentale, quello di classificare, dare per scontate gerarchie fondamentalmente prive di senso. Spesso l’uomo si scorda, in quanto mammifero, di essere molto più simile di quanto crede agli animali, che lui stesso sfrutta o maltratta. Oltretutto i controsensi sono tanti: ci scandalizziamo per l’uccisione di un gatto ma quando vengono ammazzati bovini da portare sulle nostre tavole sembra normale amministrazione. Perché si sono create nel tempo queste assurde distinzioni? Oltretutto gli animali fanno da sempre parte della storia dell’uomo, fin dalle pitture rupestri che li raffiguravano.
Potrà questa mostra, empaticamente, far arrivare un messaggio ben preciso? In una società strutturata rigidamente come la nostra, sicuramente difficile da cambiare, possono certe iniziative destare pensieri che vadano oltre alla quotidianità e ai preconcetti radicati nell’essere umano, ed essere motivo quindi di riflessione?Sicuramente questo è ciò che speriamo, e ci auguriamo che la visita a questa particolare mostra sia un’esperienza nuova, utile e soprattutto gratificante per tutti.
22 ottobre 17.00, inaugurazione della mostra “Altri Animali”: vi aspettiamo!
CONFERENZE:
Simona Segre Reinach, antropologa, LA RAPPRESENTAZIONE DEGLI ANIMALI NELLA MODA, Palazzo Belgiojoso, Locate di Triulzi, venerdì 11 novembre ore 21.00.
Crediti immagini:
Fonti:
- materiale fornito da Artepassante