Combattiamo guerre personali, della quale nessuno parla.
Ognuno di noi combatte guerre di ogni tipo,
ogni giorno, ogni notte, guerre di cui non siamo a conoscenza.
E, cito, Fernando Pessoa – il libro dell’inquietudine.
“ I sentimenti più dolorosi e le emozioni più pungenti, sono quelli assurdi:
l’ansia di cose impossibili, proprio perché sono impossibili,
la nostalgia di ciò che non c’è mai stato, il desiderio di ciò che non c’è mai stato,
il desiderio di ciò che potrebbe essere stato, la pena di non essere un altro,
l’insoddisfazione per l’esistenza del mondo.”
Essere insoddisfatta è una delle cose che più mi accompagna nella vita.
Quando finalmente mi sento appagata e serena, e penso che tutto è finalmente al suo posto.
Tutto come deve stare.
Tutto come dev’essere.
Ma poi non è cosi, poi manca sempre qualcosa, poi, quando finalmente,
dopo aver lottato, ho ottenuto ciò che desideravo, ma,
non esser ancora sufficientemente soddisfatti,
non esser soddisfatti mai.
Ho lottato spesso per cercare di cambiare questa “legge”, che si è radicata in me,
quasi da non darmi modo di liberarmene, una lista di cose da fare, che non riesco a non seguire:
- Desiderio.
- Lotto affinché il desiderio non si avvera.
- Piango e mi dispero (perché è una cosa che faccio).
- Lotto ancora.
- Ciò che desidero si avvicina, è quasi palpabile.
- Realizzo il mio desiderio.
- Il desiderio ha perso completamente valore.
- Trovo il pelo nell’uovo (anche se non esiste).
- Ciò che desideravo, non ha più importanza.
- Oh, guarda, un altro desiderio.
Questo è quello che succede ripetutamente, nella mia testa.
In un certo senso, è come Gli amori impossibili di Italo Calvino:
“Mi accorgo che correndo verso Y ciò che desidero non è trovare Y
al termine della mia corsa: voglio che sia Y a correre verso di me,
è questa la risposta di cui ho bisogno, che lei sappia che io sto correndo verso di lei,
ma nello stesso tempo, ho bisogno di sapere che lei sta correndo verso di me.”
Perché penso onestamente che tutti combattiamo guerre, di cui non siamo a conoscenza,
ma disperarsi e arrendersi alle opportunità, alla mano che qualcuno ci tende, a chiuderci in noi stessi,
non ci aiuterà a risolvere queste guerre.
Non biasimo poi, chi preferisce i pesci, cito,
“A me piacciono i pesci. E’ davvero fantastico vedere un essere vivente che apre bocca,
senza dire qualcosa di cretino.”
E per concludere, cito, I fratelli Karamazov.
”CONOSCERAI UN GRANDE DOLORE E NEL DOLORE SARAI FELICE.
ECCOTI IL MIO INSEGNAMENTO: NEL DOLORE CERCA LA FELICITA’. “
C’è sempre una via d’uscita.
Bisogna però trovarla.
Impegnarci affinché la si trovi.
”Porto addosso ferite di tutte le battaglie che ho evitato.”