Di Francesco Antoniozzi
Tutti, da piccoli, abbiamo sentito leggende riguardo donne vecchie, non particolarmente attraenti, cattive, che volavano su una scopa e vivevano in case di marzapane che sorgevano su zampe di gallina.
Pur ridendoci sopra una volta cresciuti, bisogna sapere che le streghe (da striga, prec. strix = civetta) sono esistite veramente. Secondo il folklore popolare, si trattava di donne (ma anche di tutti gli emarginati della società medievale) che avevano dedicato la loro intera esistenza a servire il Diavolo per ottenere poteri soprannaturali, quali la chiromanzia, la preveggenza e le abilità alchemiche per preparare pozioni ed infusi. Tanto bastava per scatenare una vera e propria psicosi nel mondo popolare; le persone credevano che le epidemie e i malesseri sociali tipici del periodo tra il 1000 e il 1500 dopo Cristo fossero causati dalle streghe. Questa fu una delle concause principali che portarono alla nascita dell’Inquisizione e della famigerata “Caccia Alle Streghe” (Ce ne parla più approfonditamente Serena Terruzzi, nel suo articolo per Lo Sbuffo).
Si trattava in ogni caso di un odio infondato provocato più dalla paura che da vere e proprie giustificazioni. Non esistono prove che le streghe scatenassero la Natura o peggio ancora le epidemie per seviziare il popolo. Secondo alcuni, anzi, cercavano addirittura di proteggerlo stabilendo un profondo rapporto con gli elementi naturali come i boschi, le montagne e persino i laghi. Oggi le streghe affascinano come e forse più di allora, con l’aura di mistero che le circonda. Attualmente, le più grandi leggende sulla loro esistenza sono nordiche o slave.
Ma come venivano rappresentate le streghe? Facciamo qualche esempio.
Generalmente, associamo al termine “strega” l’immagine di una donna brutta, con abiti neri rovinati e il cappello a punta, che vola su una scopa, accompagnata da un animale particolare, come un gatto, un corvo, un pipistrello o una schiera di topi. Nell’immaginario leggendario russo, la strega Baba Jaga era una vecchia megera che si spostava usando un mortaio volante con un pestello come timone e, ulteriormente, con una scopa di betulla e d’argento. La sua capanna si trovava al di sopra del suolo, sollevata da due zampe di gallina. La struttura stessa della capanna era ricavata da ossa umane. Baba Jaga era considerata una donna malvagia, che rapiva e occasionalmente mangiava i bambini, ma che al contempo proteggeva le altre persone.
Un esempio trasposto nel cinema della classica strega è la “mitica, splendida” Maga Magò, antagonista all’interno del cartone animato Disney “La Spada nella Roccia”. Si tratta di una donna brutta, vecchia e grassa che ama scommettere e giocare con la vita delle persone. La sua specialità sono le trasformazioni in animali; di fatto, Maga Magò può diventare qualsiasi essere vivente voglia.
Persino nell’universo di alcuni videogame ad ambientazione medievale le streghe hanno un ruolo fondamentale. Nel capitolo “The Witcher 3” tratto dall’omonima collana di libri, compaiono le cosiddette Signore del Bosco. Sono tre streghe che vivono isolate nelle paludi di Velen, ispirate liberamente alla mitologia slava e che ricordano vagamente le tre Parche per via dei loro nomi: Whispess (colei che sussurra), Brewess (colei che cucina), Weavess (colei che tesse). Esse attirano i bambini nel bosco mediante la “pista dei dolci” (che richiama fortemente Hansel & Gretel) per mangiarli e usare le loro anime come cerchio protettivo per i villaggi circostanti. Inoltre, richiedono costantemente orecchie umane come pegno di fiducia nei loro confronti, orecchie che vengono appese in ogni parte della palude e che le Signore usano per conoscere ciò che accade intorno a loro.
Ci sarebbero decine e decine di altri casi da enumerare, ma richiederebbe tempo eccessivo. Va comunque tenuto conto che l’ideale delle streghe non ci ha mai abbandonato. Il nostro immaginario moderno ci porta a rappresentarle prevalentemente nella letteratura ma soprattutto nel cinema, in cui vediamo immagini di megere classiche, accostate a fascinosissime streghette teenager e combina guai, una semplificazione, talvolta, non del tutto approvabile.
Chissà, magari nei boschi, in luoghi appartati, alcune donne si trovano ancora per organizzare un sabba e cucinare ingredienti astrusi in un calderone…
Fonti: Wikipedia per elementi minori, testi vari sul folkore europeo.
Immagini: Google, Wikia, Candb