Sono nero, nero di pece:
mi viene male l’accento,
l’inglese; la pece ricorda
molto l’anima, il fiato spento,
la mano dorata che scade
nell’ennesima riarsura d’agosto.
Nero di pece, mi viene il male
alle ossa di fronte al mancato
saluto, alla mandata via a fanculo
in una desolazione recente
(la rete falsa).
Dileggiami dileggiami,
io non sono che nero,
nero di pece, e viene male
al petto, il respiro mi tace,
mi riduce all’ergonomia della
pece -al nero di seppia,
le mani giunte
in preghiera a nessuno.
«Pietà
della mia vita
Pietà.»