Un nome che odio:
il tuo.
Padre.
Che mi hai dato e tolto la luce.
Padre
che sei inciampato
nella tua paternità.
Disprezzo il tuo nome
il mio.
Disprezzo il tuo, il mio Dio
che mi ha buttata
tra le tue braccia
troppo fragili per sostenermi
eppur tiranniche
braccia che strappano
mani che chiedono
occhi che pregano.
I tuoi occhi
come i miei pallidi, azzurri
implorano aiuto
un grido muto
proibito
inespresso:
amami
sono tuo padre.
Lasciami padre
scrolla da me
il tuo corpo piagato
il tuo dominio spietato.
Lasciatemi
uomini
la terra vostra
non è la mia
il mio posto non è qui.
Seppure spezzate
e mutile, lacerate
grandissime ali
mi soffiano altrove,
ove non v’è uomo
ove non v’è dolore.
Sharp
Immagine in copertina Rembrandt, Il Ritorno del figliol prodigo