di Sara D’Andrea
Alcuni di noi riescono a gestire bene la rabbia o, addirittura, a provarne poca, altri, invece, ne vengono travolti come da un fiume in piena e riversano tutto il proprio rancore sul responsabile o su ciò che sta loro vicino.
Ovviamente lasciarsi trasportare dall’ira risulta più dannoso che altro e questo c’è chi lo ha già capito da tempo: in molti Paesi sono state allestite le cosiddette “camere della rabbia”, luoghi in cui poter sfogare la nostra ira su oggetti in tutta sicurezza. Questa tendenza ha preso piede negli USA, ma si è velocemente estesa ad alcuni Paesi europei, come Finlandia, Francia, Germania, Slovenia.
Inoltre, cari iracondi, finalmente è stata aperta una “camera della rabbia” anche in Italia, tra le colline di Forlì; lo slogan è “L’unico posto dove puoi distruggere tutto e nessuno ti dirà mai niente”: infatti, dopo essere stati forniti di mazza di ferro, caschetto, gomitiere, ginocchiere, visiera e scarpe anti-infortunistiche – perché la sicurezza non è mai troppa – potrete sfogarvi e distruggere ogni cosa senza né freni né remore.
Le sessioni di sfascio durano un’ora: si parte con una mazza da baseball per distruggere tutti i piatti, vetri e bicchieri e, successivamente, forniti di una mazza di ferro, si passa al mobilio. Ovviamente ogni oggetto dell’arredamento viene acquistato nei mercatini dell’usato, per limitare le spese.
Fino ad oggi, la “camera della rabbia” di Forlì ha avuto un enorme successo: viene frequentata da almeno 10 persone a settimana, provenienti anche da diverse parti d’Italia, in cerca di un metodo per sfogare tutta la rabbia e la frustrazione accumulata a causa del lavoro, del partner o della famiglia.
Un dato molto interessante è il fatto che la maggior parte di coloro che lo frequentano sono donne: sette su dieci, di un’età compresa tra i 25 e i 35 anni.
Molti psicologi approvano questa nuova pratica; anzi, la incoraggiano: risulta essere un mezzo utile per incanalare e dirigere la rabbia, evitando così di riversarla sugli altri. Sfasciare oggetti e proiettare la nostra frustrazione su di essi è anche un modo per star bene con noi stessi, perché – come scrisse Seneca – “L’ira è un acido che può causare più danni al recipiente che lo contiene che a qualsiasi cosa su cui venga versato”.
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