Questo spazio si propone di dare voce ai nuovi e giovani poeti emergenti, che con le loro parole tentano di guidarci e orientarci verso il futuro.
Immensa Messico
Stellare spiaggia di biglie incandescenti
esplosione spaziale affollata
volando Zocalo
quel che prima ascolto
stanotte
spiritato
in balia del mio seme
soffiato fiore tra le vie
nel silenzio sveglio
d’immensa Messico.
Ivan
Ivan il poeta, si definisce poeta di strada, e infatti credo che quasi tutti i nostri occhi abbiano sfiorato le sue opere dipinte, attaccate, verniciate sui muri della grigia Milano. Sul suo sito Ivan dichiara che la poesia di strada sia
sensazione precipitata in sassi d’assalto tra lo snocciolarsi scomposto di questa città. Versi come pioggia tra le genti, inzuppate fin’oltre l’orlo dell’attenzione, senza corte di dotti nè corona, perché d’ovunque e da sempre, una pagina bianca è una poesia nascosta…
Ogni tanto è bello smettere per un secondo di guardare fisso davanti a noi o il nostro cellulare e soffermarsi su scintillanti poesie appiccicate sul muro della periferia che stiamo attraversando.
Essere me
Non so cosa significhi essere un uomo.
Le sue lotte quotidiane
e i suoi luoghi comuni mi sono estranei.
Sono nata donna.
Donna dagli occhi alle ginocchia,
e dal cuore alle lacrime.
Donna dal mattino
alla notte.
Ora dopo ora,
giorno dopo giorno,
mese dopo mese.
Il mio specchio scheggiato lo sa,
quanto donna io sembri
e quanto poco donna io mi senta.
Legata anima e corpo alle donne della mia famiglia;
alla nonna sarta,
e alla zia abbandonata.
Intrecci di vita uniti
nell’essere donna.
Non si può sfuggire.
Lo si è fino al midollo,
fino all’ultimo respiro.
A.
La poesia racconta il guardarsi allo specchio e notare di non essere. Di non sentirsi donna. Che poi donna che vuol dire? È questo che si chiede l’autrice, cosa vuol dire essere donna a 18 anni? A 20? A 50? Sarò donna anche da morta? Eppure anche se non ci si sente, lo si è, per forza. Per sempre. Non si sfugge. È un destino dolcemente implacabile.
Fonti
Crediti