Il 14 e il 16 Aprile del 2016 la città giapponese di Kumamoto è stata colpita da un violento terremoto. Già in passato, altri cataclismi naturali, non hanno scoraggiato i giovani artisti che collaborando tra loro hanno sempre trovato modi per reinventarsi e sollevarsi dalle macerie. Per esempio, un progetto prevedeva la ricerca di tutte le foto che venivano ritrovate in seguito allo tsunami per poi riconsegnarle alle rispettive famiglie e provvedere a ricordare i propri cari scomparsi. Un altro ancora promuoveva la realizzazione di mobilio attraverso i detriti rimasti per le strade.
Ancora una volta si provvede a far emergere in superficie quella che è stata l’essenza dell’arte fin dalla mummia: non morire. Se prima ci si faceva imbalsamare, poi ritrarre, oggi fotografare è appunto per durare in eterno, ed è stato proprio l’ artigiano di Tokyo Kunio Nakamura ad offrirsi per riparare gratuitamente gli oggetti e le ceramiche rotti in seguito al disastro di aprile.
Utilizzò la tecnica del Kintsugi che consiste nel ricomporre i pezzi andati in frantumi attraverso una miscela di polvere d’oro. In questo modo del semplice vasellame, non solo può essere riutilizzato, ma diviene un vero e proprio oggetto d’arte acquistando un valore inestimabile. Questo dimostra come si possa rinascere dalle catastrofi, come, diversamente da noi occidentali che appena non troviamo più utilizzabile o appetibile un oggetto lo cestiniamo, da un’imperfezione possa nascere l’arte.