di Sara D’Andrea
Ormai, da anni, le Olimpiadi appassionano la gente di tutto il mondo, tengono incollati al televisore e creano cameratismo. Intrattengono lo spettatore con una numerosissima vastità di sport e discipline, anche le più inconsuete. Con il passare del tempo, alcune di queste acquistavano più popolarità di altre che, al contrario, riscuotevano meno successo e venivano, così, eliminate dalla competizione.
Se, con un po’ di curiosità, ci interessassimo ai Giochi Olimpici degli anni precedenti, potremmo vedere come, di tanto in tanto, furono praticati sport del tutto fuori dal comune. Quali sono? Eccoli.
Disciplina praticata solo una volta fu quella del Tiro al piccione. La gara consisteva nel dover uccidere il maggior numero di piccioni in un tempo prestabilito; fu l’unico caso in cui, in un’Olimpiade si uccisero volontariamente animali.
A Parigi 1900 fu praticato il Nuoto ad ostacoli, una serie di nuotatori dovevano percorrere 200 m nella Senna superando numerosi ostacoli: arrampicarsi su una pertica, superare alcune barche passando sott’acqua ed salendo da un lato e buttandosi dall’altro, per altre.
Fece parte delle Olimpiadi della prima edizione l’arrampicata su corda: gli atleti, partendo da seduti, dovevano risalire una corda di 13 m soltanto con l’aiuto delle mani e delle braccia. Con il passare degli anni, non fu più praticata, perché solo pochi riuscivano ad arrivare in cima.
Uno “sport” molto comune, a cui tutti abbiamo giocato almeno una volta da bambini, fu praticato a Parigi nel 1900: il tiro alla fune. La disciplina derivava direttamente dai giochi olimpici antichi e le squadre erano composte da un numero variabile di componenti (otto, cinque o sei).
Per ultimo, non posso non citare la scherma con bastone, sport introdotto nel 1904 a Saint Louis e tutto di origine italiana. Esso prevede l’uso di una bastone in un duello.
Leggendo e scoprendo tutte queste particolarità, è facile notare quanta differenza c’è tra l’antica semplicità e la nostra moderna ricercatezza e non può non lasciarci curiosi e dubbiosi su cosa penseranno i posteri degli sport che pratichiamo.
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