“Quando arriva il tempo in cui si potrebbe, è passato quello in cui si può” (Marie von Ebner-Eschenbach).
La “Marie” non la conosco proprio, ma ne sa un bel po’ a quanto leggo.
Il primo pensiero, al primo colpo di lettura, è che la Signora “soffra” per qualcosa che in quel preciso momento avrebbe voluto avere ma che, per intuito femminile, ha perduto.
Che si tratti di un amore. Di un gioiello. Di un bene generico o materiale.
Poniamo il caso che si tratti di un amore: la Signora Marie si sta letteralmente mangiando i polpastrelli delle mani.
Ormai è tardi.
Eh sì, perchè in Amore, è tutta una questione di tempo.
Un tempo che deve essere scandito in due.
Non ci si può permettere di viaggiare su due binari differenti, in Amore.
Si corre insieme; piano o alla velocità della luce non importa. Ma vicini, uniti.
Bisogna avere fortuna non solo nell’incontrasi ma anche nell’essere predisposti ad amare in egual misura.
Non si aspetta l’altro. Chi ama, ama. A gran voce, corpo a corpo e nelle viscere.
E a mio parere, il tempo può essere alleato o nemico.
E’ nemico quando si aspetta, invano, che la persona desiderata si accorga di noi. Che ci guardi come egli viene guardato. Passando le nostre giornate in continue attese, che puntualmente verranno deluse e piante.
E’ alleato (gridiamolo a gran voce) quando tutto questo tempo passa. E non aspetti più. Non ti disperi più. Perché è arrivato qualcuno, qualcosa (a volte anche solo il nostro buon senso), che il tempo lo fa passare veloce. E non hai voglia di perderti neanche un solo istante.
Si cerca solo “più” tempo . Per scoprirsi. Per coprirsi. Per gioire e per costruire.