“La strada non presa” di Frost e il problema dell’interpretazione

Tempo fa mi sono imbattuto in un mio contatto di Facebook che ha avuto la malaugurata idea di postare alcuni versi della celeberrima poesia di Robert Frost La strada non presa.

I versi in questione sono quelli che segnarono la fama della poesia

[…] Divergevano due strade in un bosco ed io…
io presi la meno battuta,
e di qui tutta la differenza è venuta.

Questi due versi estrapolati dal contesto sembrano chiari: Frost inneggia all’anticonformismo, al rischio, all’andare controcorrente. E proprio questa interpretazione, basata sulla completa decontestualizzazione permessa dalla pigrizia dei critici che non hanno ripreso a sufficienza i lettori distratti, si è affermata nel tempo. Ma basterebbe leggere l’incipit della poesia:

Divergevano due strade in un bosco
ingiallito, e spiacente di non poterle fare
entrambe uno restando, a lungo mi fermai
una di esse finché potevo scrutando
là dove in mezzo agli arbusti svoltava.

Subito dopo dice di aver scelto l’altra, più erbosa poiché meno calpestata. Il senso della poesia è a questo punto chiaro: nella vita dobbiamo compiere delle scelte e dobbiamo affidarci a esse poiché non possiamo percorrere contemporaneamente tutte le strade che la vita ci offre.

Adesso si pone una domanda: è mai possibile che un’opera diventi famosa per una sua errata interpretazione? Questo è certamente uno dei rischi che si corrono nella società dell’informazione passiva, ma ciò che lo rende possibile è la seconda parte della definizione passiva. Se i lettori fossero stati attenti, o quanto meno curiosi, o ancora scrupolosi, non si sarebbe mai verificato l’equivoco, che si perpetra da quando la poesia è stata scritta a quando è stata postata dal mio contatto. È anche vero che come dice chi si occupa di marketing “non esiste cattiva pubblicità“, ma questo ragionamento si può applicare alla letteratura e alle arti? Un’opera d’arte è un regalo fatto dal suo creatore a chiunque voglia fruirne, a patto che la custodisca bene e che ne disponga per come è stata pensata. Il travisamento di significato è una delle maggiori violenze che si possono fare a un’opera.

E Frost non è stato l’unico a subire questo amaro destino. Letture pigre, viziate e indirizzate hanno trasformato l’Iliade in un poema contro la guerra, Nietzsche nel fondatore del nazismo e Trainspotting in un film su quanto è bello drogarsi. Per non parlare di quanti scrittori dopo la guerra sono stati tacciati di nazismo e antisemitismo, anche persone che con queste teorie non hanno mai avuto niente in comune. Interpretare correttamente non è complesso: basta fruire dell’opera con il cervello acceso e funzionante. È tanto semplice quanto importante, perché a ogni scrittore, cineasta e poeta spetti il posto che merita, dove lo merita, scrittori di destra fra quelli di destra, scrittori di sinistra fra quelli di sinistra e poemi sulla guerra fra quelli sulla guerra, senza deviazioni e letture di comodo. Perché basta poca capacità dialettica ad asservire ogni opera al proprio scopo, a trasformarla in una carta per il proprio gioco, ma serve altrettanta poca onestà per capire perché ciò non vada fatto.


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