La fantasia non ha limiti, specialmente nell’abbigliamento. E si sa che nelle sfilate dei grandi brand tutto è concesso, anche se spesso nulla viene realmente indossato per le strade. Scarpe, borse ed accessori che sembrano usciti da un cartone animato o da un ballo in maschera di quelli più assurdi.
Uno dei grandi errori che si nascondono dietro la realizzazione di certi scempi si rivela, in fondo, quando si arriva a credere di essere al pari di un’istituzione. Ed in questo caso si parla di Chanel, che nel mondo della moda è effettivamente considerata come una vero e proprio caposaldo. E’ forse questa la convinzione che ha spinto Karl Lagerfield a non porsi il minimo problema nel presentare in passerella, durante questa Paris fashion week primavera-estate 2013, questa borsa extra-large, hula hoop inspired, credendo anche, magari, di lanciare un nuovo modello rivoluzionario che tutti imiteranno e che tutte le fashion victims cercheranno di avere ad ogni costo. Ma anche Chanel può sbagliare: presentarsi in passerella con accessori improbabili a quanto pare non è più un’esclusiva di chi vuole stupire a tutti i costi, o semplicemente far parlare di sè. Chanel non ha bisogno di stupire, non ha bisogno di far parlare: è Chanel. Sarà per un’improvvisa voglia di brio, per dare una scossa ai soliti schemi ed avvicinarsi a nuovi orizzonti, ma c’è un limite ad ogni cosa.
In moda in molti casi si predilige la bellezza alla funzionalità, ed in poche eccezioni viceversa. Ma si può dire che questa borsa sia bella o funzionale? Se l’inserto in ecopelle fosse estraibile, forse l’accessorio è pensato per rassodare i glutei tra un’ancheggiata e l’altra nel tempo libero.
Ma chi mai prenderebbe in considerazione l’utilizzo di un hula hoop che, ovviamente, non è certo ispirato a dei materiali di recupero, ma sicuramente è fatto della migliore e più costosa plastica luccicante esistente sul mercato del fashion?
Forse non si sa più dove guardare con le nuove idee, ma queste trovate potrebbero far perdere la faccia al marchio più prestigioso.
Chissà anche cosa direbbe miss Gabrielle Bonheur Chanel, che la rivoluzione la fece davvero, ma con un’eleganza di cui qui non se ne percepisce neppure il ricordo.